Capanna Mognone


Publiziert von UpTheHill , 23. März 2009 um 13:53.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:22 März 2009
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Cima dell'Uomo   CH-TI 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 850 m
Abstieg: 850 m
Strecke:San Defendente - monti di Boscalora - capanna Mognone
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Con l'auto salire da Sementina a San Defendente. Piccolo spiazzo per parcheggiare alla fine della strada.

Un po' di cultura (se vuoi)

Il Piano di Magadino è la zona pianeggiante di maggior superficie del Ticino, con i suoi circa 25 Km quadrati. Si estende da Bellinzona alla foce del fiume Ticino per circa 12 Km, e ha una larghezza media di circa 2 Km (tu che mi leggi da Parma o lì attorno, per favore, non metterti a ridere, tu che quando ti guardi attorno vedi circa 40'000 Km quadrati di Pianura Padana...). Ha una leggera pendenza Est - Ovest (Q250 a Bellinzona, Q198 alla foce del Ticino).

La nascita di questa piana (geologicamente) è avvenuta in tre fasi: la prima fase è stata caratterizzata dalla formazione delle Alpi, dovuta alla spinta della placca tettonica africana contro il continente europeo.

La seconda fase ha avuto luogo durante le varie glaciazioni. Il ghiaccio ha scavato una vallata ad U, partendo più o meno da Biasca, scendendo fino a Bellinzona, poi girando verso Ovest e spingendosi fino a Sesto Calende, dove si trova la morena frontale del ghiacciaio, che fa tutt'oggi da sbarramento. Lo scavo è stato profondo, tanto è vero che il fondo valle originario scendeva fino a sotto il livello del mare (nel golfo di Locarno il fondo è a circa 100 metri sotto il livello del mare).

La terza fase è stata caratterizzata dal riempimento d'acqua di questo immenso scavo, riempimento che ha formato l'attuale Lago Maggiore (o Lago Verbano o Lago di Locarno), e dall'apporto di detriti da parte del fiume Ticino che hanno riempito progressivamente il lago (che una volta arrivava fino a Bellinzona) formando l'attuale Piano di Magadino. Nello stesso tempo altri fiumi hanno formato dei delta invadendo il lago, e il più notevole è quello del fiume Maggia; su questo delta troviamo le località di Locarno ed Ascona. Senza l'intervento dell'uomo tramite la sua estrazione di inerti alla foce del Ticino e della Maggia, il lago in qualche decina di migliaia di anni si sarebbe "rotto" in due: il delta della Maggia sarebbe arrivato dall'altra parte (a Magadino) formando un piccolo specchio d'acqua tra Tenero e Locarno, e il resto del Lago Maggiore partendo da Ascona (Interlaken, nel canton Berna, è un esempio di questo fenomeno).

Fino alla fine dell'800 il fiume Ticino scorreva libero sul Piano di Magadino, variando continuamente il suo percorso, e formando di conseguenza una zona paludosa, dove prosperava la zanzara anofele, portatrice della malaria, malattia che era presente in Ticino per questo motivo. Spesso le pioggie torrenziali creavano buzze spaventose, che spazzavano via tutto lungo il loro cammino, come ad esepio
il ponte della Torretta di Bellinzona, o la famosa buzza di Biasca del '500.

All'inizio del '900 è stato formato il Consorzio Correzione Fiume Ticino (esistente tutt'ora), il cui scopo era quello di imbrigliare il fiume in un letto definito, rendere sicuri gli argini, e bonificare il Piano di Magadino per eliminare la malaria e rendere utilizzabile la superifice da parte degli agricoltori. Il Consorzio ha creato un letto stabile, con un sistema di doppi argini (le dighe sommergibili, poi una zona piana di alcuni metri, seguita dalle dighe insommergibili). Una volta incanalato il fiume, il territorio ha potuto essere bonificato e per diversi decenni è stato apannaggio degli agricoltori. Le vie di comunicazione sono state costruite ai margini del Piano di Magadino, e troviamo le due direttrici principali lungo il lato Nord (Gordola-Cugnasco-Gudo-Sementina-Bellinzona) e sul lato Sud (Quartino-Contone-Cadenazzo-Camorino-Giubiasco-Bellinzona). Il Piano è percorso prevalentemente da strade agricole. Il Consorzio Correzione Fiume Ticino attualmente si occupa della manutenzione delle dighe (ad esempio ripristinandole dopo eventi straordinari), della vegetazione lungo il percorso, e di dragare il fiume dove necessario.

Unica zona paludosa rimasta è la "
Bolla di Magadino", odiata dagli abitanti delle zone attigue per la presenza di zanzare che fanno incursioni in tutte le direzioni, ma indispensabile per l'ecosistema globale, dato che questo piccolo pezzo di territorio viene ampiamente utilizzato dagli uccelli di passo per sostare durante le loro migrazioni.

Dopo la II guerra mondiale il Piano ha iniziato ad essere oggetto di desiderio per le industrie, il commercio e le unità abitative, e la sua superficie ha iniziato ad essere erosa progressivamente, partendo dai lati verso il centro. Oggi sono presenti vari centri commerciali, industrie e quartieri residenziali che si sono spinti sul suo territorio, diminuendone la capacità agricola.

Esistono diversi progetti per salvaguardare l'integrità di questo territorio,
come ad esempio la creazione di un Parco, ma tutti questi progetti si trovano a combattere continuamente contro le spinte commerciali e monetarie, e tra i due, si sa chi è il più forte...

Il Piano di Magadino è circondato da splendide cime, quali il Corno del Gesero, il Camoghé, il monte Bar, ed il Tamaro sul lato Sud, mentre sul lato Nord troviamo la cima del Gaggio, la cima dell'Uomo, il pizzo Vogorno, Cimetta, e un po' più avanti (già sul lago) il pizzo Leone ed il Gridone (o Ghiridone). Tutte queste cime offrono una panoramica eccezionale sul Piano di Magadino, il lago Maggiore, e le cime delle alpi Vallesane.

E adesso passiamo ai fatti...

Prendendo spunto dai rapporti di Ale84 e Manu74 organizzo con Rita la salita alla capanna Mognone, partendo da San Defendente. L'idea era di continuare almeno fino alla capanna Orino, o salire alla cimetta d'Orino, ma diversi fattori ce lo hanno impedito.

Il sentiero entra immediamente in un bosco non fitto di faggi, con pochi castagni non ostante la bassa quota. La giornata stupenda e primaverile, e il versante esposto a Sud ci hanno permesso di salire con l'abbigliamento quasi estivo. Salendo si hanno ampi scorci sul Piano di Magadino, sulle varie cime che lo circondano, e a partire dai monti di Boscalora anche sul lago Maggiore e le vette verso le alpi vallesane.

Salendo scompare il castagno, per far posto a diverse betulle. Tutte le piante avevano le gemme pronte, ma attendono le prime pioggie per dischiudersi. Inoltre, il vento tempestoso di giovedi e venerdi aveva rotto rami anche di un certo calibro, con tutte le gemme, che giacevano sul terreno.

Incontro con una "vipera aspis atra" lungo il percorso, a Q950. Poco prima della bocchetta che porta nella valle di Sementina attenzione ad un cavo metallico a sbalzo a pochi centimetri dal sentiero: si rischia una brutta caduta.

Nella valle di Sementina il sentiero era ancora coperto di neve, e la salita impegnativa dato che la stessa era fradicia e scivolosa. Abbiamo dovuto fare gli ultimi 300 metri di ascensione con particolare cautela.

All'alpe Mognone c'erano una ventina di persone (gruppetti di 5-6), e nella capanna abbiamo conosciuto un gruppo comasco che ogni anno gira tutte le capanne del Ticino. Abbiamo offerto la cioccolata, abbiamo ricevuto il caffé.

Vista imprendibile sul corno del Gesero, il Camoghé, il passo del San Jorio, il monte Bar, l'alpe del Tiglio, il Generoso, il monte San Giorgio, il monte Tamaro sul versante Sud, e il Gridone, il pizzo Leone e le alpi vallesane sul versante Nord.

Abbiamo rinunciato all'escursione fino alla Orino (che sarebbe quasi in piano) dato che il sentiero era ancora abbondantemente innevato, e per mancanza di tempo (siamo partiti tardi, è dura alzarsi alla domenica mattina :-)

Discesa senza problemi per la stessa strada. Ci siamo fermati sul pianoro di San Defendente per fotografare la chiesetta omonima, e gustarci l'ultimo scorcio del Piano prima di scendere.

Tourengänger: UpTheHill, Rita


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