Monte Masoni


Publiziert von cai56 , 26. Juli 2017 um 17:47. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:23 Juli 2017
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 1832 m
Abstieg: 1842 m
Strecke:Circolare 26,690 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; prima di entrare in città, imboccare la tangenziale e percorrerla fino all'uscita di Via Vanoni. Proseguire in direzione di Albosaggia (cartelli per Moia e Centro) fino alla piazza principale del piccolo paese; seguire le indicazioni per San Salvatore. Pochi posti di parcheggio a bordo strada. Il tratto di strada fra Albosaggia e San Salvatore è particolarmente stretto e, soprattutto nell'ultimo chilometro, molto ripido: difficoltà di manovra.

Gita insolita e assai poco frequentata, dal punto di vista e dal versante valtellinese; un vero peccato, perché almeno la seconda parte della salita è molto piacevole e completamente diversa dal solito panorama orobico: sembra addirittura di venire trasportati sui monti del livignasco. Tutto ciò presenta come contropartita - a fine escursione - un discreto senso di stanchezza per i lunghissimi trasferimenti in semipiano e le altrettanto lunghe risalite attraverso spettacolari estensioni di pietrischi mobili di ogni dimensione. Non fosse per gli altri soliti motivi dell'alpinismo/escursionismo, questa gita andrebbe effettuata anche solo per l'osservazione dei colori dell'incredibile flora pioniera che tenta - con iniziale successo - di colonizzare queste rocce ferrose blu e rosse.


Lasciata preferibilmente l'auto nei pressi del bivio Lago della Casera - San Salvatore, si procede in direzione della visibile chiesetta, bianca e antichissima [Molto curioso osservare, attraverso le inferriate di una cripta, un deposito di ossa umane; di probabile epoca medioevale, gli scheletri - prevalentemente crani e femori - presentano un inconsueto sviluppo di dimensioni, cosa del tutto improbabile in popolazioni locali e motivo di dubbi e supposizioni plurisecolari circa l'origine.] Tornati dalla visita all'edificio religioso, si prende la pista forestale che scende nel fondovalle e la si segue per quasi 7 km, evitando solo la deviazione a destra (che appare come via principale) del tornante per la contrada Costa; oltrepassata l'Alpe Piana, la pista termina bruscamente sotto un masso aggettante e prosegue come piccolo sentiero. La salita affronta il gradino che regge il terrazzo sommitale con una continua e regolare serie di curve e tornanti, fra ontani e rododendri, fin quasi a raggiungere il piede delle rocce, all'altezza del passaggio della GVO (Gran Via delle Orobie); qui, a causa del sovrapporsi di tre tipi di segnalazioni a vernice e della presenza di una vecchia traccia erbosa parallela alla GVO, può insorgere incertezza, ma occorre tenere presente che la traccia dell'alta via è molto ben marcata sul terreno e inconfondibile (è presente anche una palina direzionale, ma è posizionata lontana dal passaggio). Si procede verso sinistra in direzione del Rifugio Caprari, ma non lo si raggiunge: tramite una gradinata in pietra si sale al coronamento della diga accessoria del Lago di Publino, e ci si porta sul versante orientale della valle. Una flebile traccia nel ripido pendio erboso/sassoso attraversa fin quasi a raggiungere l'immissario del lago artificiale (quest'anno e a questa stagione terribilmente in secca); si prosegue nella salita, senza traccia né segnali, risalendo la valletta fino allo scemare della pendenza: a questo punto si attraversa il torrente e si punta ad un affioramento roccioso sulla destra. Raggiuntolo, lo si accosta e lo si segue intraprendendo la faticosa salita nel pietrame mobile e dagli spigoli affilati: in breve si arriva ad una conca desertica dove risulta spontaneo volgere di nuovo a destra salendo in direzione di un dosso arrotondato, progredendo quindi a monte della bancata rocciosa affiancata in precedenza.  Arrivati nei pressi del dosso arrotondato (da vicino assai meno distinguibile), ormai in vista della non vicina vetta, si volge a sinistra in direzione di un avvallamento/altopiano di confine con la provincia di Bergamo, alle sfumate pendici della Q2636; l'ambiente è particolarissimo: in una regione di creste pietrose e affilate, qui il crinale è una groppa ghiaiosa che si allarga per decine di metri con un andamento ondulante portandosi alla doppia cima del Monte Masoni. Sull'altro versante una verde valle di laghi ed alpeggi.
Per il ritorno è conveniente, nonostante le scomodità del terreno, seguire la via di andata fino al Rifugio Caprari. [Noi abbiamo seguito una linea di discesa più diretta fino al Lago di Publino, ma il percorso implica un impegnativo guado, e complessivamente non vale la pena]. Dal rifugio si prosegue seguendo i segnali che portano ad attraversare la testata della valle fino alla Baita Scoltador: qui si abbandonano le indicazioni della GVO che si dirigono nella parallela Val Venina e si intraprende un lungo traverso a saliscendi lungo il versante orientale della nostra Valle del Livrio. In corrispondenza di una vasta estensione di pascoli, il sentiero bruscamente scende a strette curve fino a portarsi sul piano camminamento del percorso di servizio ad un canale di gronda. Si segue comodamente il viottolo per circa 5 km, superando anche tramite gallerie valloni e costolature rocciose di un'orografia particolarmente impervia. All'altezza di una radura nel fitto bosco (Valle della Casera) si incrocia una traccia poco evidente, ma una palina ci indica in salita la direzione per il Pizzo Campaggio e in discesa l'ancora lontana San Salvatore; al limite inferiore dei pascoli il sentiero torna molto evidente, ma sconnesso e sassoso. La ripida discesa conduce ad intersecare più volte la pista sterrata chiusa al traffico non autorizzato, che sale da San Salvatore agli alpeggi del Lago della Casera con lunghissimi traversi solo a tratti ripidi e cementati. In ultimo la pista e le sue scorciatoie si portano ad attraversare ampi prati soleggiati e punteggiati da piccoli agglomerati di baite riconvertite in case di vacanza. Fra i tetti dell'abitato più consistente spunta il campanile di San Salvatore: in poche decine di metri, passando a monte della Baita Rifugio Saffratti, si torna al parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Geodaten
 36216.gpx E' presente un grave artefatto per acciecamento del GPS sotto la diga di Publino

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