Fuga pomeridiana alle Cascate di Gaina, al cospetto dei vitigni della Franciacorta.
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Quando il caldo ti soffoca è difficile trovar pace, si cammina in casa come dei robot , si pestano mattonelle e sembri eterodiretto da un giocatore di Dama, e allora? E allora si cerca di trovare un minimo di sollievo, si esce in giardino, annaffi il prato, ma poi… fanculo, c’ho un idea; dai Rosa, andiamo alle Cascate di Gaina, vuoi che lì non ci sia un minimo di fresco? Al limite ci buttiamo nel torrente!
Partiamo da Gaina, e già ci sono 3 o 4 gradi in meno rispetto a Brescia, percorriamo le poche centinaia di metri che ci separano dalla forra e una volta preso il sentiero delle Cascate sulla pelle percepiamo già una piacevole brezza. Sarà solo una sensazione, ma noi stiamo bene.
Mentre il Sole pian piano cala noi cominciamo a risalire il torrente, incontriamo la prima cascata e a lato di questa una scala piuttosto verticale ci porta nella parte superiore, là dove comincia il salto, poi si procede passando da una sponda all’altra del torrente stesso.
Ci muoviamo con prudenza visto che le rocce sono umide, e oltre alla prudenza ci prendiamo tutto il tempo per fare le foto, osserviamo gli animali e la fitta vegetazione, ciò non toglie che i nostri scarponi sembrano avere la sciolina sotto il Vibram.
I traversi sono i passaggi più insidiosi, traversi che a volte stanno 4 o 5 metri sopra il pelo dell’acqua, persino qualche semplice passaggio in arrampicata non è da sottovalutare, un po di adrenalina va bene ma qua si scivola di più rispetto a quest’inverno, quando venimmo qua con il torrente ghiacciato.
Proprio verso la fine della zona attrezzata ci imbattiamo in una cascata che scarica poca acqua e che lascia scoperto un tratto all’apparenza arrampicabile, ma è solo apparenza, la cascata è ripida e il muschio rende ancora più scivoloso l’approccio, calcolando che non ci sono appigli decidiamo per proseguire sul sentiero ufficiale. Avessimo avuto una corda da 30 mt l’avremmo assicurata a qualche albero e poi calata, sarebbe stato bellissimo affrontare questo del salto, chissà, la prossima volta…
Adesso siamo fuori dalla forra e il sentiero si collega con la bella sterrata che porta a Gaina, camminando sempre all’ombra in poco tempo raggiungiamo il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto… poi c’è solo la birra.
Nota 1): Questa semplice via attrezzata è proprio carina, e soprattutto è a due passi da casa; si cammina lungo la forra dove spesso il torrente si fa “pozza”, un posto buono per rinfrescarsi dalla calura. Belli anche i piccoli salti d’acqua. Devo dire che ho fatto più fatica oggi con l’umido che con il ghiaccio, le rocce sono poco appigliate e molto lisce visto anche il discreto passaggio di gente.
Nota 2): Calcio e rottura… de cojoni.
Capitano mio Capitano.
Giochiamo con la palla e i vetri si son rotti,
chi tifa per la Roma poi schifa gli “aquilotti”,
chi finge il piagnisteo poi da la colpa a Totti!
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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