Anello in Val Veddasca [Trail Running]
L’idea dell’anello Veddaschese ballava in testa da un paio d’anni, poi grazie alla relazione di Benedetto (Blepori) mi sono convinto della fattibilità in giornata. Il tutto senza aiuti esterni, se non di qualche fontanella, totalmente autogestito. Da solo non me la sentirei e soprattutto resta una di quelle “gite” assolutamente da condividere con qualcuno. Il malcapitato (ma entusiasta della cosa) è Filo. Essendo costui non più allenato sulle distanze come un paio d’anni fa abbiamo preferito partire dal parcheggio di Piero anziché da Maccagno (come ha maestosamente fatto Blepori). Senza fretta ma a passo svelto cerceremo di toccare tutte le cime senza farci mancare delle belle pause-paesaggio, vista la splendida giornata.
Partenza dal Parcheggio di Piero in direzione Curiglia lungo la normale strada carrozzabile. Agevoleremo cosi il ritorno dalla Forcora. A Curiglia attraversiamo il paese un po’ a naso, cercando dettagli. Alcuni segnavia ci indirizzano all’Alpone che raggiungeremo per la bellissima e ripida Mulattiera dei Castagni. Sbucheremo in un suggestivo prato ai piedi dell’Alpone che (non immaginavo) è davvero in una posizione paradisiaca! (...e ci arriva pure una strada!!) Qualche saluto agli abitanti e tocchiamo anche la Chiesa/Rifugio Madonna della Guardia. Bivio: si gira fino al Rif. Campiglio o saliamo dritti alla Forcola d’Arasio? Il buon senso (non sapendo cosa ci attende) prevale, scegliamo la breve salita alla F. d'Arasio. Qui picchiamo dritti per il Lema, che raggiungiamo in pochi minuti. Breve pausa cibo, la giornata è mostruosamente fantastica!
Si riparte ora per il tracciato della Lema-Tamaro, personalmente già percorso 4 volte ma sempre piacevolmente, oggi poi, prima volta senza nebbia… è davvero uno spettacolo.
Teniamo un bel ritmo, correndo sempre in piano e discesa. Il Gradiccioli è il primo vero muro e nonostante il poco allenamento trail, sulla salita-camminata Filo mi stacca sempre di qualche metro…un vero mulo da montagna! Gradiccioli sotto il controllo dei tedeschi, pochissimi italiani oggi. Breve pausa cibo e ripartenza per la ripida discesa della cresta N passando dalla Bassa di Montoia e poi scollinando verso la Bassa di Indemini. Ora si attacca il Tamaro: le prime frasi sono “sicuro di voler fare tutto il giro?” – “le gambe che iniziano a chiamare…” – “eh anche le mia, mi sa che siamo in riserva”.
Il Tamaro in questo momento è un osso duro. Ma non si molla, Filo giunge in vetta qualche minuto prima di me, poi lo raggiungo per una lunga pausa cibo. Che vista anche da qui! La discesa dal versante N del Tamaro è più semplice del previsto, sentiero sgombro da neve a parte qualche punto facile. La discesa vero l’Alpe di Neggia scorre veloce e agevole ma questi 600m si fanno sentire sulle ginocchia. Decidiamo di spararci una bella coca-cola fresca e ripartire.
Come dopo un pieno di benzina, sentiamo le gambe volare di nuovo, tant’è che per buona parte della salita al Gambarogno si riesce a correre. La prendiamo molto larga salendolo da Nord e arrivando sulla meno commerciale vetta. Prima volta per noi qui sopra! Altra pausina. Ripartiamo seguendo integralmente la cresta SSW (facile ma senza traccia ufficiale) per poi scendere su tracce di sentiero perdute fino alla chiesetta di Sant’Anna (sentiero bollato su alberi solo nella parte bassa, discretamente individuabile). Altra pausa rinfresco alla fontana. Manca poco, risalita veloce al Paglione (toccato nel 2010), poi, per splendidi pratoni ondulati ultima puntata al Covreto.
Da qui ormai è prevalentemente discesa. Dal Sasso Corbaro, via per la bellissima e magica Costa del Faietto e ultima risalita al Monte Sirti. Filo inizia a sentire la crisi (non è più abituato a certe distanze), io mi sento meglio di 2 ore fa, posso ancora a correre in salita discretamente. Nella discesa verso la Forcora rallentiamo per gestire le forze. Alla Forcora è felicità pura, siamo arrivati fino a qui! Adesso viene il “brutto”, dove “tener di testa”, gli ultimi 5-6km su strada passando da Armio e Lozzo per poi scendere su sentiero impervio (probabilmente poco usato) fino al bellissimo borgo di Piero. Qui ci scappa un piccolo bagno nel Giona e attraversamento del cruciale Ponte di Piero, infine alla macchina, esausti e felici.
Dettagli: 36km per oltre 2600d , tempo totale lordo 8h8’, tempo in movimento 5h20’.
H2O= fontanelle a Curiglia, Alpone, Forc.d’Arasio. poi nulla fino all’Alpe di Neggia (forse nei 3 bivacchi Passo d’Agario, Zottone e Bassa di Montoia ci sono bottiglie). Alpe di Neggia, Oratorio di Sant’Anna, Forcora.
Traccia GPS divisa per limite dimensione.
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