Pizzo della Croce o Monte Crocione (1491 m) dalla Valle di Muggio
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Il Monte Crocione è una panoramica cima tra la Val d’Intelvi e la Valle Breggia, che ho raggiunto diverse volte in tutte le stagioni. Oggi desidero percorrere, per la prima volta in salita, il suo costone SE.
Inizio dell’escursione: ore 8:30
Fine dell’escursione: ore 13:50
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1018 hPa
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 1600 m
Temperatura alla partenza: 0°C
Temperatura al rientro: 14°C
Velocità media del vento: 3 km/h
Sorgere del sole: 7.38
Tramonto del sole: 17.38
L’escursione prende inizio dal centro di Scudellate, a pochi passi dall’osteria, da dove seguo le indicazioni per Erbonne. Il segnavia indica un tempo di percorrenza di 40 min, tempo esagerato per la maggior parte degli escursionisti. C’è un bel sole che mi mette di buon umore. La temperatura si alza immediatamente: si respira già un’aria di primavera. In paese non incontro nessuno, vedo solo un paio di operai edili nella parte alta del villaggio.
Alla Cappella di Sant’Antonio mi fermo un istante per scattare l’abituale fotografia al villaggio di Erbonne, immerso nella bella luce mattutina. Là in alto svetta, imbiancato, il Monte d’Orimento. Da qui intravedo anche il sentiero, a monte della stradina per Casasco d’Intelvi, che desidero percorrere per la prima volta.
In meno di mezz’ora raggiungo Erbonne (955 m), l’ultimo grumo abitato d’Italia sul confine con la Svizzera. Chiedo ad una signora il numero attuale degli abitanti: "siamo rimasti in otto, di cui tre svizzeri". In questo periodo, come hanno riportato i giornali, la frazione non è collegata telefonicamente con il resto del mondo: non c'è campo per i telefonini e la rete fissa è fuori servizio...
Pare che la causa di questo isolamento sia dovuta ai ghiri, che divorano regolarmente i cavi telefonici. In novembre i tecnici della Telecom chiamati a ripristinare i collegamenti della rete fissa avevano sostituito metri di cavi interrati che risultavano chiaramente rosicchiati. Questione di poche settimane e il problema si è ripresentato: di nuovo telefoni muti e cavi mangiati.
Sul lavatoio della piazzetta appaiono dei fogli plastificati di un’ordinanza comunale, recante il divieto di utilizzo a scopo potabile dell’acqua proveniente dall’acquedotto comunale, “se non previa idonea bollitura”. È un ulteriore disagio che rende la vita più difficile ai pochi abitanti rimasti nel paesino.
Inaspettatamente trovo all’istante l’imbocco del sentiero per Reusello ed Ermogna; il segnavia reca la scritta Pian d’Alpe. Inizia a NE del villaggio, fiancheggiato da un bellissimo muretto a secco, e sale con limitata pendenza all’orlo del bosco, toccando sei o sette cascine in muratura. Comincia piano piano anche la copertura nevosa, che non richiede tuttavia l’uso delle racchette. Alla quota di 1090 m mi imbatto in una bella nevèra, ancora in ottimo stato.
Alle 9:45 abbandono la mulattiera e svolto a sinistra sul pascolo innevato dell’Alpe Ermogna. Scambio due parole con l’alpigiano, che a fatica trattiene i due latranti cani pastori, quindi affronto il ripidissimo versante che mi porta alla lunga cresta SE del Pizzo della Croce. È una salita talmente dura, che nemmeno le frequenti inversioni mi alleviano la fatica. Il panorama si allarga, offrendomi delle bellissime vedute sul Lario e sulle montagne innevate che dal Legnone si protendono fino al Pizzo dei Tre Signori. Mi decido finalmente a calzare le racchette; sebbene nelle zone con neve soffiata sprofondano abbondantemente, mi sono comunque d’aiuto. La cascina dell’Alpe Ermogna non è ancora scomparsa di vista, segno evidente che il pendio è molto ripido; del resto, dal basso giungono ancora gli ululati dei cani.
Raggiunto il promontorio quotato 1347 m, segue un breve tratto pianeggiante contraddistinto da una croce metallica. Qui attraverso la mulattiera che scollina e scende a destra verso il Rifugio Giuseppe e Bruno: è la Via dei Monti Lariani 1 (VML1). Continuo sul crinale e affronto il successivo costone caratterizzato da numerose trincee risalenti alla Linea Cadorna. Per mia fortuna la pendenza piano piano diminuisce; nei tratti di neve soffiata, infatti, le ciaspole affondano procurandomi un po’ di fiatone. Dopo due ore e cinquanta minuti di cammino posso affermare Pizzo della Croce (1491 m) geschafft!
Benché il sole sia diventato un po’ anemico, la vista è appagante. Non posso purtroppo condividere le foto con i conoscenti, in quanto il cellulare non ha campo.
Pizzo della Croce (1491 m)
La discesa si svolge su sentieri noti, che ho percorso innumerevoli volte, passando dalla Bocca d’Orimento, dalla Cascina Genzago, sul versante sinistro della Valle Breggia, fino ad Erbonne e Scudellate.
Ciaspolata transfrontaliera ad anello, con salita lungo la cresta meridionale del Pizzo della Croce, una cima prealpina, che a dispetto della limitata quota gode di un panorama incantevole.
Tempo di salita: 2 h 50 min
Tempo totale: 5 h 20 min
Tempi parziali
Scudellate (906 m) - Erbonne (955 m): 27 min
Erbonne (955 m) - Ermogna (1115 m): 55 min
Ermogna (1115 m) - Pizzo della Croce (1491 m): 1 h 25 min
Pizzo della Croce (1491 m - Alpe di Orimento (1275 m): 30 min
Alpe di Orimento (1275 m) - Scudellate (906 m): 1 h 30 min
Dislivello in salita: 650 m
Sviluppo complessivo: 10,7 km
Difficoltà: T2/WT3
SLF: 2
Copertura della rete cellulare: molti tratti senza segnale
Coordinate Pizzo della Croce: 725'423 /88'445
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