Becco di Filadonna, i giovani con me
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Eccoci quà, con due baldi ragazzi(si fa per dire.....trentenni stagionati) spediti nella fredda mattina dell'epifania sui tornanti che da Rovereto, passando per Calliano, attraversano Fologaria e arrivano al passo della Fricca.
Freddo da cani un bel -4 ci aspetta mentre ci approntiamo per la salita, zaino, pile, giacche, guanti e via per il 442 ripido che si inerpica nel bosco; a dire il vero questo giro lo avevo fatto già tre anni fa con Pierluigi ed Irene, ma oggi si tratta di portare su due amici per iniziare a farsi le ossa in previsione di impegni maggiori, ed allora che Filadonna sia.
Un'ora ci vuole per arrivare al rifugio, piccolo spuntino e poi si inizia il lento progredire su un vasto anfiteatro che porta ancora i segni di un violento incendio di molti anni fà, poi il sentiero si fà più duro in prossimità del Bus de le Zole, quì lo sguardo ci permette di ammirare il gruppo dell'Adamello, il Brenta e poi a nord le cime del Sudtirolo, ma il freddo e soprattutto il vento fanno piombare il termometro a -8°.
Via spediti su un traverso sottocosta che ci permette di mascherare il gelido vento da Nord e di raggiungere l'ultimo tratto di roccette che superiamo aiutandoci con le mani.
Poi siamo sulla cima, quì il vento ci sospinge talmente è violento, il tempo di qualche scatto, mani permettendo, poi prendiamo la via del ritorno; al rifugio ci aspetta un caldo pranzo e la fisarmonica di Laura.
Freddo da cani un bel -4 ci aspetta mentre ci approntiamo per la salita, zaino, pile, giacche, guanti e via per il 442 ripido che si inerpica nel bosco; a dire il vero questo giro lo avevo fatto già tre anni fa con Pierluigi ed Irene, ma oggi si tratta di portare su due amici per iniziare a farsi le ossa in previsione di impegni maggiori, ed allora che Filadonna sia.
Un'ora ci vuole per arrivare al rifugio, piccolo spuntino e poi si inizia il lento progredire su un vasto anfiteatro che porta ancora i segni di un violento incendio di molti anni fà, poi il sentiero si fà più duro in prossimità del Bus de le Zole, quì lo sguardo ci permette di ammirare il gruppo dell'Adamello, il Brenta e poi a nord le cime del Sudtirolo, ma il freddo e soprattutto il vento fanno piombare il termometro a -8°.
Via spediti su un traverso sottocosta che ci permette di mascherare il gelido vento da Nord e di raggiungere l'ultimo tratto di roccette che superiamo aiutandoci con le mani.
Poi siamo sulla cima, quì il vento ci sospinge talmente è violento, il tempo di qualche scatto, mani permettendo, poi prendiamo la via del ritorno; al rifugio ci aspetta un caldo pranzo e la fisarmonica di Laura.
Tourengänger:
Amadeus
Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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