Maddalene: Cresta delle Mandrie 2583 m

Arrivati a Malga Bordolona di sotto, Val di Bresimo, vediamo che il lato nord della cresta che vorremmo percorrere è un poco innevato. Avendola già fatta anni fa, pensiamo di ricordare che si rimane prevalentemente sull’altro versante per cui partiamo comunque. Quello che però non ricordavamo è che è parecchio lunga e che il percorso, passata la cima delle Mandrie, si fa più roccioso e quindi meno camminabile.

Raggiungiamo Malga Preghena tramite strada asfaltata. Incontriamo un local diretto a Cima Zoccolo, l’ultima o la penultima cima che dovremmo passare noi a seconda di quanto ci impiegheremo. Il sentiero che intende fare lui sulla nostra carta non c’è, scopriamo così di avere una via di fuga dovessimo tirarla troppo lunga.

Dalla malga proseguiamo per P.so Lainert, l’unico cartello che non riporta i tempi…la salita è tutta all’ombra e la brina, tanta, lo rende parecchio suggestivo.

Raggiunto il P.so con un bel traverso, fortunatamente pulito, decidiamo di salire a Cima Lainert, ripida traccia, e portarci subito in cresta.

Raggiunta la cima scorgiamo in lontananza Castel Pagano, quella che in teoria dovrebbe essere l’ultima cima ma, vista la situazione di neve sì neve no dubitiamo di poter scendere poi direttamente a P.so Palù poiché la traccia di discesa è parecchio brutta in condizioni normali figuriamoci ora.

Dalla Lainert a Cima Mandrie nessun problema, una bella cresta erbosa, qualche roccetta ma niente di che. Giunti alle Mandrie vediamo il proseguimento e qui la memoria ha fatto proprio cilecca, come la cartina e il GPS che riportano un sentiero a mezza costa. Il sentiero prosegue sempre in cresta, non più camminabile come prima. Andiamo avanti lo stesso ma, poco prima di raggiungere la punta senza nome che ci avrebbe permesso di scendere alla Sella di Zoccolo, la traccia si porta a nord e la troviamo in pessime condizioni. Ghiaccio e vetrato soprattutto, visto l’esiguo spazio per passare anche farlo con i ramponi non ci piace. Decidiamo quindi di provare a cercare il fantomatico sentiero a mezza costa.

Torniamo sui nostri passi e scendiamo un ripido canale erboso. Troviamo una traccia e con minor pendenza continuiamo a scendere fino al punto che sul GPS è indicato il sentiero. Raggiunta la quota più o meno esatta, del sentiero non c’è traccia però, come del resto si vedeva dall’alto, ma c’è solo una labile traccetta. La seguiamo fino a portarci sulla dorsale sotto la punta che stavamo raggiungendo dalla cresta. Da qui, raggiungere in traverso la Sella di Zoccolo ci pare una follia vista la conformazione del terreno per cui o scendiamo o risaliamo, sperando che una volta tornati in cresta, bypassando la punta, l’esposizione diversa abbia mantenuto la cresta pulita. Tentiamo la risalita della ripida dorsale, spostandoci verso sx e ritornando quindi in cresta, cresta che fortunatamente troviamo pulita. Scendiamo quindi alla Sella di Zoccolo.

A questo punto propongo a Marco di salire alla cima, ma di non continuare fino a Castel Pagano. Da qui in avanti la cresta è sicuramente più camminabile e soprattutto pulita ma ancora lunga.

Una volta in cima decidiamo invece di proseguire. Giunti ai piedi di Castel Pagano però scendiamo. Diventerebbe veramente troppo lunga se non dovessimo riuscire a scendere direttamente a P.so Palù.

Scendiamo quindi alla Malga Bordolona di sopra, breve sosta e poi ritorno alla Bordolona di sotto.