Pizzo di Prata 2727m traversata

Montagna simbolo di queste valli, è impossibile non notarlo da qualsiasi parte della Valchiavenna.
Già nel 2013 tentai la salita dalla Valcodera, ma una volta giunto alla cima orientale dovetti rinunciare alla cima principale (croce) per l’arrivo della pioggia quando ero proprio nel tratto finale delicato.
L’anno dopo pare essere quello buono, parto in gran forma da Prata centro e in poco tempo sono alla croce di Matra.. qui un paio di fulmini e dei tuoni nelle vicinanze mi fanno capire che non è giornata quindi rientro a orecchie basse..
Mi resta sul “groppone" fino a settembre di quest’anno fino a quando finalmente insieme ad un amico riusciamo ad organizzarci e partire.
Abbiamo in mente un’idea ambiziosa, salire da Pratella e scendere dalla Valcodera.
Sappiamo che sarà dura e che forse non ce la potremmo fare, ma abbiamo con noi una corda e qualche ferraglia.. ma soprattutto, siamo carichi e determinati.
La sera prima di partire vado al bar Nandino di Prata Camportaccio e recupero il pass e la chiave della sbarra che portano a Pratella (8€), altrimenti al bar apre alle 7:00e di domenica alle 8:00.
 
 
Partamo da Pratella (1000m) alle 6:15, raggiungiamo in breve le costruzioni di Pratella alta, poi si sale ripidamente nel fitto bosco fino a sbucare alle croci di Matra (1800m) dove inizia ad albeggiare.
Fino qui è facile e ci sono già stato, ma so che i problemi dovrebbero iniziare da qui in avanti.
Con stupore notiamo dei bolli rossi in parte già sbiaditi, ma che comunque ci aiutano a non perdere la retta via.
Si sale seguendo la cresta del monte Matra fino a circa 2000m dove iniziano i noiosi saliscendi.
Qui si passa sul versante sud del Prata (ho fatto una freccia e una scritta su un sasso a bomboletta).
Dopo circa un’ora si arriva ad una sella a 2050m (si, in un’ora ci si alza di soli 50mt!!) dove si inizia a vedere il canalone della Porta.
Ci si abbassa ripidamente e con un traverso pianeggiante si entra nel canale che si supera con qualche passaggio di II e nella parte alta con l'aiuto provvidenziale delle catene.
Si arriva così al portone (2200m circa)dove sostiamo un attimo ammirando il panorama verso il lago di Mezzola.
Da qui sale ripidamente ma senza difficoltà gli ultimi 500m che separano dalla vetta.
Per la discesa ci spingiamo lungo l'affilata cresta est arrivando così alla cima centrale, poi quando la cresta si fa impraticabile ci buttiamo a sud lungo un angusto e ripidissimo canalino placconato.
A metà circa di questo canale decidiamo di fare una doppia su uno dei pochi spuntoni di roccia presenti perché si fa veramente fatica a stare in piedi e anche perché qui una scivolata non lascerebbe scampo.
Alla base del canale aggiriamo uno spuntone e risaliamo un canalino parallelo per pochi metri per poi uscire su di un’esposta cengia verso destra arrivando così alla base della cima orientale, punto dove mi ero fermato anni fa..
Anche qui sostiamo e facciamo qualche foto perché siamo davvero contenti di aver passato il pezzo delicato senza aver tribolato più di tanto!!
D’ogni modo dalla cima orientale prendiamo la facile cresta che porta all'anticima 2667, dove poi si scende lungo la val Beleniga raggiungendo a 2300m il sentiero segnato  proveniente da Salina.
Ci si abbassa fino a quasi 2000m in direzione NE ricominciando poi l'ultima e faticosa salita fino ai 2460m della bocchetta della Beleniga.
Infine discesa in val Schiesone fino al rifugio "il Biondo" e da qui si torna a Pratella dove arriviamo ormai alle 20:00.
Arrivati in cima in 5he15' circa.
In totale 2400 metri di dislivello (solo in salita) e 16 km totali percorsi.
 
PS: per chi fosse interessato, lungo la cresta sono presenti dei fittoni resinati che aiutano a traversare la cresta in sicurezza.. noi inizialmente li cercavamo ma non li abbiamo trovati, quando invece siamo arrivati alla cima est li abbiamo visti chiaramente!! Peccato.