Pizzo d'Uccello e dintorni....
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INTRODUZIONE
E' da tanto tempo che non scrivo su Hikr, anche perchè il mio rapporto con le montagne ultimamente non è troppo sereno.
Non è facile far andare d'accordo la ragione con il sentimento e se il cuore mi fa spesso volare in alto....so che il fisico poi mi tradisce e abbandono così qualsiasi velleità....
L'escursione al Pizzo d'Uccello, effettuata qualche giorno fa, ha assunto però per me una valenza così importante ed è stata così appagante, da far rinascere in me il desiderio di condividere questa bella esperienza vissuta con gli amici.
Tutto è partito da Esilde.....
"Mi piacerebbe andare da qualche parte per questo ponte....e magari trascorrere la notte in un rifugio..."
"Perchè no?" aggiungo io
"Beh, fatti venire qualche idea..."
Metto in moto la macchina organizzativa pensando a qualche bella salita che possa essere alla mia portata, cerco quali rifugi possano essere aperti, guardo le previsioni....ed è Mauro che mi viene in aiuto, buttando lì il Pizzo d'Uccello, una salita che avevo fatto da sola anni fa per aspettare sulla cima proprio lui che, insieme ad un amico, arrampicava sulla parete nord.
Mi vengono mille dubbi....dalla paura di rallentare gli altri o addirittura di non farcela....al mio braccio destro, che devo usare con cautela e le ginocchia che ultimamente mi fanno dannare.
Ma Mauro, che crede in me più di quanto ci creda io, non ha dubbi sulle mie possibilità e alla fine mi convince, anche se non può accompagnarci.
Gli amici accolgono con entusiasmo la proposta, anche perchè il Pizzo d'Uccello è un po' che gira nell'aria ma, forse a causa della lontananza, non siamo mai riusciti ad inserirlo nei nostri piani.
Siamo in 5 e, come sempre, le donne sono in maggioranza....
LUNEDI' 31 OTTOBRE
Sono da poco passate le 6:00 del mattino quando sento squillare il telefono: è Marica che, con una voce afona, mi dice che non sta bene e quindi non verrà....pazienza!
Il viaggio, nonostante la nebbia ci accompagni per un lungo tratto, non è pesante e neppure lungo e alle 11:00 siamo al Rifugio Donegani, il cui gestore, dopo essere stato informato dell'assenza di un componente del gruppo, ci chiede comunque di pagare la sua quota.
All'inizio non riusciamo a capire se si sta prendendo gioco di noi o se sta facendo sul serio, non ci è mai capitata una cosa del genere, ma vista la sua determinazione ci rendiamo conto che non sta affatto scherzando.
Lui si lamenta del fatto che spesso succede che persone che abbiano prenotato rinuncino poi all'ultimo momento e capiamo le sue ragioni, ma forse è solo un po' nervoso e ha bisogno di sfogarsi, perchè dopo un po' desiste dalla sua richiesta e, dopo aver sottolineato che dal prossimo anno richiederà il pagamento del soggiorno anche a chi non si presenterà, ci chiede dove abbiamo intenzione di andare.
Noi vorremmo salire alla Foce Siggioli e magari percorrere la Cresta di Capradossa, ma lui ci convince a salire alla Foce del Cardeto, un percorso un po' più impegnativo di quello preventivato.
Gli amici mi chiedono se me la sento....
Non vorrei giocarmi in un colpo solo tutta l'energia e la forza che ho a disposizione, ma voglio anche mettermi un po' alla prova e rispondo di sì, anche se le ore che abbiamo a disposizione non sono molte....
Scendiamo quindi fino al Rifugio Serenaia e poi imbocchiamo il sentiero n. 178, che sale ripidamente nel bosco di faggi, fino ad incontrare il sentiero n.180 che porta invece al Rifugio Orto di Donna e che percorreremo per un tratto in discesa.
Saliamo ancora un po' e ci ritroviamo su un ripiano roccioso da dove possiamo ammirare, proprio di fronte a noi, l'imponente mole del Pizzo d'Uccello e, sulla destra, il Pisanino, il monte più alto delle Apuane, meno accattivante, ma pur sempre seducente.
Ne approfitto per riposare un po', perchè la stanchezza comincia a farsi sentire.....
Il sentiero, pur non essendo particolarmente impegnativo, non può considerarsi neppure banale e alterna tratti ripidi nel bosco con tratti in cui bisogna superare alcune roccette.
Quando mancano ormai un centinaio di metri di dislivello usciamo finalmente allo scoperto e, dopo aver superato il bivio con il sentiero n.179, che percorreremo nella prima parte della discesa, raggiungiamo la Foce di Cardeto, da dove possiamo ammirare il Monte Cavallo e il Contrario.
Da qui partono i sentieri che portano in cima al Pisanino e al Passo della Focolaccia
Ci fermiamo qualche minuto al sole per mangiare qualcosa e scambiare quattro chiacchiere con altri due escursionisti e poi iniziamo la discesa che, con alcuni saliscendi, porta al Bivacco K2 e al Rifugio Orto di Donna, che si trova nei pressi di una ex cava del grande bacino marmifero di questa zona, rifugio chiuso ormai da alcune settimane.
A questo punto percorriamo la strada marmifera che costeggia alcune cave in disuso e altre ancora attive, cercando di fare attenzione ai pesanti mezzi che trasportano il materiale estratto.
Non è un gran vedere, ma in breve raggiungiamo l'accogliente Rifugio Donegani, che ci ospiterà per la notte, sognando e immaginando la salita del giorno dopo su una delle montagne simbolo delle Apuane....
Dati tecnici:
Percorso ad anello di circa 7,5 km
Dislivello in salita: 719 m.
Dislivello in discesa: 688 m.
MARTEDI' 1° NOVEMBRE
Il Pizzo d'Uccello ci aspetta e, illuminato dal sole, sembra più invitante che mai.....
Alle 8:30 siamo già sulla strada delle cave, che costeggiamo per un tratto seguendo il sentiero 37a, in un paesaggio tristemente deturpato dagli scavi.
Ad un certo punto incontriamo un tratto attrezzato e poi continuiamo a salire nel bosco di faggi, facendo attenzione ai segni sugli alberi, per arrivare alla Foce di Giovo, una sella erbosa da dove si gode di una bellissima vista che spazia fino al mare.
Da qui seguiamo il sentiero 181 che aggira un pinnacolo roccioso e, fra roccette e radi faggi, porta al Giovetto, da dove inizia la via normale del Pizzo lungo la cresta sud est.
Già trovarci davanti a questa spettacolare e imponente parete rocciosa ci emoziona, ma via via che ci avviciniamo e tocchiamo la roccia l'eccitazione prende il sopravvento.
Avanziamo superando sfasciumi, balze rocciose, strettoie, canalini e cenge, con la cima che, per quanto mi riguarda, fatica ad avvicinarsi.....anche se in realtà è la mia fatica che non la fa avvicinare....
Ho il fiatone quando arrivo sull'anticima, ma la soddisfazione è così grande e l'emozione così intensa, che non riesco a tenere a freno le lacrime....e non sono la sola!
Un forte abbraccio ci dà la consapevolezza che condividiamo le stesse sensazioni.
Il panorama è a dir poco stupefacente e abbraccia valli, paesi, montagne e mare....addirittura individuiamo in lontananza l'isola di Palmaria.
Non restiamo a lungo gli unici a godere di queste meraviglie e ben presto veniamo raggiunti da altri escursionisti sulle cui facce leggo la stessa soddisfazione, lo stesso stupore e lo stesso entusiasmo che proviamo noi.
Le parole non servono.....
Riprendiamo la via del ritorno, sapendo che anche in discesa non dobbiamo perdere la concentrazione e stanchi, ma contenti, raggiungiamo di nuovo il Rifugio.
Torno serena a casa, alla vita di sempre, da chi mi aspetta e conosce il mio bisogno di mantenere sempre vivo il contatto con le montagne....
Dati tecnici:
Percorso parzialmente ad anello di km 6,140
Dislivello in salita: 686 m.
Dislivello in discesa: 686 m.
E' da tanto tempo che non scrivo su Hikr, anche perchè il mio rapporto con le montagne ultimamente non è troppo sereno.
Non è facile far andare d'accordo la ragione con il sentimento e se il cuore mi fa spesso volare in alto....so che il fisico poi mi tradisce e abbandono così qualsiasi velleità....
L'escursione al Pizzo d'Uccello, effettuata qualche giorno fa, ha assunto però per me una valenza così importante ed è stata così appagante, da far rinascere in me il desiderio di condividere questa bella esperienza vissuta con gli amici.
Tutto è partito da Esilde.....
"Mi piacerebbe andare da qualche parte per questo ponte....e magari trascorrere la notte in un rifugio..."
"Perchè no?" aggiungo io
"Beh, fatti venire qualche idea..."
Metto in moto la macchina organizzativa pensando a qualche bella salita che possa essere alla mia portata, cerco quali rifugi possano essere aperti, guardo le previsioni....ed è Mauro che mi viene in aiuto, buttando lì il Pizzo d'Uccello, una salita che avevo fatto da sola anni fa per aspettare sulla cima proprio lui che, insieme ad un amico, arrampicava sulla parete nord.
Mi vengono mille dubbi....dalla paura di rallentare gli altri o addirittura di non farcela....al mio braccio destro, che devo usare con cautela e le ginocchia che ultimamente mi fanno dannare.
Ma Mauro, che crede in me più di quanto ci creda io, non ha dubbi sulle mie possibilità e alla fine mi convince, anche se non può accompagnarci.
Gli amici accolgono con entusiasmo la proposta, anche perchè il Pizzo d'Uccello è un po' che gira nell'aria ma, forse a causa della lontananza, non siamo mai riusciti ad inserirlo nei nostri piani.
Siamo in 5 e, come sempre, le donne sono in maggioranza....
LUNEDI' 31 OTTOBRE
Sono da poco passate le 6:00 del mattino quando sento squillare il telefono: è Marica che, con una voce afona, mi dice che non sta bene e quindi non verrà....pazienza!
Il viaggio, nonostante la nebbia ci accompagni per un lungo tratto, non è pesante e neppure lungo e alle 11:00 siamo al Rifugio Donegani, il cui gestore, dopo essere stato informato dell'assenza di un componente del gruppo, ci chiede comunque di pagare la sua quota.
All'inizio non riusciamo a capire se si sta prendendo gioco di noi o se sta facendo sul serio, non ci è mai capitata una cosa del genere, ma vista la sua determinazione ci rendiamo conto che non sta affatto scherzando.
Lui si lamenta del fatto che spesso succede che persone che abbiano prenotato rinuncino poi all'ultimo momento e capiamo le sue ragioni, ma forse è solo un po' nervoso e ha bisogno di sfogarsi, perchè dopo un po' desiste dalla sua richiesta e, dopo aver sottolineato che dal prossimo anno richiederà il pagamento del soggiorno anche a chi non si presenterà, ci chiede dove abbiamo intenzione di andare.
Noi vorremmo salire alla Foce Siggioli e magari percorrere la Cresta di Capradossa, ma lui ci convince a salire alla Foce del Cardeto, un percorso un po' più impegnativo di quello preventivato.
Gli amici mi chiedono se me la sento....
Non vorrei giocarmi in un colpo solo tutta l'energia e la forza che ho a disposizione, ma voglio anche mettermi un po' alla prova e rispondo di sì, anche se le ore che abbiamo a disposizione non sono molte....
Scendiamo quindi fino al Rifugio Serenaia e poi imbocchiamo il sentiero n. 178, che sale ripidamente nel bosco di faggi, fino ad incontrare il sentiero n.180 che porta invece al Rifugio Orto di Donna e che percorreremo per un tratto in discesa.
Saliamo ancora un po' e ci ritroviamo su un ripiano roccioso da dove possiamo ammirare, proprio di fronte a noi, l'imponente mole del Pizzo d'Uccello e, sulla destra, il Pisanino, il monte più alto delle Apuane, meno accattivante, ma pur sempre seducente.
Ne approfitto per riposare un po', perchè la stanchezza comincia a farsi sentire.....
Il sentiero, pur non essendo particolarmente impegnativo, non può considerarsi neppure banale e alterna tratti ripidi nel bosco con tratti in cui bisogna superare alcune roccette.
Quando mancano ormai un centinaio di metri di dislivello usciamo finalmente allo scoperto e, dopo aver superato il bivio con il sentiero n.179, che percorreremo nella prima parte della discesa, raggiungiamo la Foce di Cardeto, da dove possiamo ammirare il Monte Cavallo e il Contrario.
Da qui partono i sentieri che portano in cima al Pisanino e al Passo della Focolaccia
Ci fermiamo qualche minuto al sole per mangiare qualcosa e scambiare quattro chiacchiere con altri due escursionisti e poi iniziamo la discesa che, con alcuni saliscendi, porta al Bivacco K2 e al Rifugio Orto di Donna, che si trova nei pressi di una ex cava del grande bacino marmifero di questa zona, rifugio chiuso ormai da alcune settimane.
A questo punto percorriamo la strada marmifera che costeggia alcune cave in disuso e altre ancora attive, cercando di fare attenzione ai pesanti mezzi che trasportano il materiale estratto.
Non è un gran vedere, ma in breve raggiungiamo l'accogliente Rifugio Donegani, che ci ospiterà per la notte, sognando e immaginando la salita del giorno dopo su una delle montagne simbolo delle Apuane....
Dati tecnici:
Percorso ad anello di circa 7,5 km
Dislivello in salita: 719 m.
Dislivello in discesa: 688 m.
MARTEDI' 1° NOVEMBRE
Il Pizzo d'Uccello ci aspetta e, illuminato dal sole, sembra più invitante che mai.....
Alle 8:30 siamo già sulla strada delle cave, che costeggiamo per un tratto seguendo il sentiero 37a, in un paesaggio tristemente deturpato dagli scavi.
Ad un certo punto incontriamo un tratto attrezzato e poi continuiamo a salire nel bosco di faggi, facendo attenzione ai segni sugli alberi, per arrivare alla Foce di Giovo, una sella erbosa da dove si gode di una bellissima vista che spazia fino al mare.
Da qui seguiamo il sentiero 181 che aggira un pinnacolo roccioso e, fra roccette e radi faggi, porta al Giovetto, da dove inizia la via normale del Pizzo lungo la cresta sud est.
Già trovarci davanti a questa spettacolare e imponente parete rocciosa ci emoziona, ma via via che ci avviciniamo e tocchiamo la roccia l'eccitazione prende il sopravvento.
Avanziamo superando sfasciumi, balze rocciose, strettoie, canalini e cenge, con la cima che, per quanto mi riguarda, fatica ad avvicinarsi.....anche se in realtà è la mia fatica che non la fa avvicinare....
Ho il fiatone quando arrivo sull'anticima, ma la soddisfazione è così grande e l'emozione così intensa, che non riesco a tenere a freno le lacrime....e non sono la sola!
Un forte abbraccio ci dà la consapevolezza che condividiamo le stesse sensazioni.
Il panorama è a dir poco stupefacente e abbraccia valli, paesi, montagne e mare....addirittura individuiamo in lontananza l'isola di Palmaria.
Non restiamo a lungo gli unici a godere di queste meraviglie e ben presto veniamo raggiunti da altri escursionisti sulle cui facce leggo la stessa soddisfazione, lo stesso stupore e lo stesso entusiasmo che proviamo noi.
Le parole non servono.....
Riprendiamo la via del ritorno, sapendo che anche in discesa non dobbiamo perdere la concentrazione e stanchi, ma contenti, raggiungiamo di nuovo il Rifugio.
Torno serena a casa, alla vita di sempre, da chi mi aspetta e conosce il mio bisogno di mantenere sempre vivo il contatto con le montagne....
Dati tecnici:
Percorso parzialmente ad anello di km 6,140
Dislivello in salita: 686 m.
Dislivello in discesa: 686 m.
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