Pizzo Scais
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Poge
Iniziamo a risalire il sentiero da Fiumenero per dirigerci al Rifugio Brunone, la meta finale di oggi. Per provare a fare qualcosa di diverso dall'ultima volta che siamo stati qui, verso quota 1350 deviamo nella Valle del Salto per percorrere l'affascinante "sentiero delle prese" che ci ricollegherà al sentiero 101.
Questo sentierino, con tratti esposti e attrezzati (non tutti in buon stato), collega le varie prese d'acqua dell'Enel transitando dalla bellissima "Presa del Salto", luogo quasi misterioso.
Il nostro obiettivo di oggi sarebbe anche quello di salire il Pizzo di Gro, ma appena giunti ad incrociare il sentiero 101 inizia a piovere. Ci ripariamo sotto un provvidenziale masso attendendo che smetta di piovere/grandinare e, una volta abbandonato l'obiettivo Gro, ci dirigiamo verso il rifugio, giungendo del tutto asciutti.
L'indomani di buon passo ci avviamo verso la Bocchetta di Scais (stesso percorso della normale al Redorta) ma prima di raggiungerla scendiamo a sinistra (qualche ometto e bollo) per metter piede su quello che rimane della vedretta di Scais. La discesa non è banale e richiede attenzione. Percorso un breve tratto sul ghiacciaio dove comunque i ramponi sono necessari, iniziamo la salita lungo il ripido pendio sfasciumoso che ci porterà all'imbocco del Camino Baroni.
Ci prepariamo con corde imbrago, casco & co. e visto che io ho portato le scarpette, mi toccherà l'onore di andare da primo. La roccia nel Camino è tutto sommato solida e, con attenzione, si riesce a non far muovere nulla. Procediamo comunque a tiri per far sicura al primo e anche perchè le soste sono posizionate in modo intelligente fuori dal tiro di eventuali sassi, così tutti e 3 alla fine progrediamo in sicurezza.
Superato il passaggio di III (un po' ravanoso per chi ha gli scarponi), raggiungiamo la cresta e da qui con un paio di tiri per non stare a slegarci (anche se il percorso è più semplice) arriviamo sotto la "liscia piodessa" che se affrontata direttamente presenta un passaggio di IV. Forse io con le scarpette potrei provare a forzare il passaggio ma sicuramente i miei compagni con gli scarponi (anche se da secondi) potrebbero avere maggiori difficoltà sulla placca. Quindi sapientemente aggiriamo l'ostacolo, come suggerito dalle varie relazioni, con un percorso a semicerchio da sinistra verso destra (percorso logico con sosta ben visibile).
Raggiunta la parte superiore della "liscia piodessa", ci si può slegare per affrontare gli ultimi semplici metri che portano in vetta. TOGO!!!
Vediamo qualche persona sul Redorta, il Porola sembra li a due passi (e con Raffaele ricordiamo la bellissima gita fatta con Lella e Angela), il Pizzo Coca un po' sfortunato è coperto da una nuvola, il Pizzo Barone ... insomma, tutti gli sfasciumi delle Orobie ... :)))
Sembra quasi triste il versante valtellinese del vallone del Redorta tutto pieno di pietre, sfasciumi ... molto meglio vederlo in versione innevata: uno spettacolo!!!
Per la discesa optiamo per effettuare una serie di calate in doppia che ci riporteranno alla base del Camino Baroni, poi pendio ripido di sfasciumi, traverso su ghiacciaio e risalita alla vedretta del Redorta e da qui nuovamente al Rifugio Baroni ... proprio quando inizia a piovere e a grandinare.
Attendiamo qualche minuto che smetta poi per forza di cose dobbiamo metterci in movimento: il tempo di chiudere lo zaino e finisce la pioggia. Riusciremo così ad arrivare faticosamente a Fiumenero anche oggi tutti asciutti, dove si conclude questa piccola grande avventura!
RocaRaf74
Un altro piccolo sogno si è realizzato. Era da diversi anni che volevo raggiungere questa vetta, la terza cima più alta delle Orobie bergamasche. Il pizzo Scais, il pizzo Redorta e il pizzo Coca sono gli unici tremila delle Prealpi Orobiche. Non è stata un'impresa semplice. La salita dalla vedretta di Scais fino alla vetta, percorrendo il camino Baroni, risulta impegnativa e richiede costante attenzione e impegno. Un grazie a Paolo e Andrea, che hanno voluto condividere con me questa splendida avventura.
Iniziamo a risalire il sentiero da Fiumenero per dirigerci al Rifugio Brunone, la meta finale di oggi. Per provare a fare qualcosa di diverso dall'ultima volta che siamo stati qui, verso quota 1350 deviamo nella Valle del Salto per percorrere l'affascinante "sentiero delle prese" che ci ricollegherà al sentiero 101.
Questo sentierino, con tratti esposti e attrezzati (non tutti in buon stato), collega le varie prese d'acqua dell'Enel transitando dalla bellissima "Presa del Salto", luogo quasi misterioso.
Il nostro obiettivo di oggi sarebbe anche quello di salire il Pizzo di Gro, ma appena giunti ad incrociare il sentiero 101 inizia a piovere. Ci ripariamo sotto un provvidenziale masso attendendo che smetta di piovere/grandinare e, una volta abbandonato l'obiettivo Gro, ci dirigiamo verso il rifugio, giungendo del tutto asciutti.
L'indomani di buon passo ci avviamo verso la Bocchetta di Scais (stesso percorso della normale al Redorta) ma prima di raggiungerla scendiamo a sinistra (qualche ometto e bollo) per metter piede su quello che rimane della vedretta di Scais. La discesa non è banale e richiede attenzione. Percorso un breve tratto sul ghiacciaio dove comunque i ramponi sono necessari, iniziamo la salita lungo il ripido pendio sfasciumoso che ci porterà all'imbocco del Camino Baroni.
Ci prepariamo con corde imbrago, casco & co. e visto che io ho portato le scarpette, mi toccherà l'onore di andare da primo. La roccia nel Camino è tutto sommato solida e, con attenzione, si riesce a non far muovere nulla. Procediamo comunque a tiri per far sicura al primo e anche perchè le soste sono posizionate in modo intelligente fuori dal tiro di eventuali sassi, così tutti e 3 alla fine progrediamo in sicurezza.
Superato il passaggio di III (un po' ravanoso per chi ha gli scarponi), raggiungiamo la cresta e da qui con un paio di tiri per non stare a slegarci (anche se il percorso è più semplice) arriviamo sotto la "liscia piodessa" che se affrontata direttamente presenta un passaggio di IV. Forse io con le scarpette potrei provare a forzare il passaggio ma sicuramente i miei compagni con gli scarponi (anche se da secondi) potrebbero avere maggiori difficoltà sulla placca. Quindi sapientemente aggiriamo l'ostacolo, come suggerito dalle varie relazioni, con un percorso a semicerchio da sinistra verso destra (percorso logico con sosta ben visibile).
Raggiunta la parte superiore della "liscia piodessa", ci si può slegare per affrontare gli ultimi semplici metri che portano in vetta. TOGO!!!
Vediamo qualche persona sul Redorta, il Porola sembra li a due passi (e con Raffaele ricordiamo la bellissima gita fatta con Lella e Angela), il Pizzo Coca un po' sfortunato è coperto da una nuvola, il Pizzo Barone ... insomma, tutti gli sfasciumi delle Orobie ... :)))
Sembra quasi triste il versante valtellinese del vallone del Redorta tutto pieno di pietre, sfasciumi ... molto meglio vederlo in versione innevata: uno spettacolo!!!
Per la discesa optiamo per effettuare una serie di calate in doppia che ci riporteranno alla base del Camino Baroni, poi pendio ripido di sfasciumi, traverso su ghiacciaio e risalita alla vedretta del Redorta e da qui nuovamente al Rifugio Baroni ... proprio quando inizia a piovere e a grandinare.
Attendiamo qualche minuto che smetta poi per forza di cose dobbiamo metterci in movimento: il tempo di chiudere lo zaino e finisce la pioggia. Riusciremo così ad arrivare faticosamente a Fiumenero anche oggi tutti asciutti, dove si conclude questa piccola grande avventura!
RocaRaf74
Un altro piccolo sogno si è realizzato. Era da diversi anni che volevo raggiungere questa vetta, la terza cima più alta delle Orobie bergamasche. Il pizzo Scais, il pizzo Redorta e il pizzo Coca sono gli unici tremila delle Prealpi Orobiche. Non è stata un'impresa semplice. La salita dalla vedretta di Scais fino alla vetta, percorrendo il camino Baroni, risulta impegnativa e richiede costante attenzione e impegno. Un grazie a Paolo e Andrea, che hanno voluto condividere con me questa splendida avventura.
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