Un nano sul naso del gigante. Piz Pombi dal Corn


Publiziert von blepori , 29. August 2016 um 19:13.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Misox
Tour Datum:27 August 2016
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Balniscio-Forcola   CH-GR   I   Gruppo Forcola-Arsa 
Zeitbedarf: 7:45
Aufstieg: 2500 m
Abstieg: 2500 m
Strecke:Soazza Campagna - Alpe di Crasteira - Corn - Pombi - Call del Foraat - Fredolan - Crasteira - Soazza
Zufahrt zum Ausgangspunkt:N13 fino a L'ostello, proseguire verso Spazza, poco dopo Boffalora prendere la stradina che supera la N13 (indicazioni zona industriale), dopo il ponte a sinistra, poi a destra al parcheggio all'inizio del sentiero.
Kartennummer:CNS 1274 Mesocco

Sapete delle formiche che portano circa 20 volte il proprio peso? In fondo noi montanari noi siamo poi troppo diversi, ad esempio il giro di oggi chiede al suo protagonista di superare un dislivello di circa 1500 volte la sua altezza...

La meta è il gigantesco Piz Pombi, sul versante sud affonda le sue radici nella valle della Forcola con quasi 2'400 metri di dislivello. Da questo lato l'unica via praticabile porta al mitico Baitino del Corn, abbarbicato sul fianco sud in ambiente selvaggio. Solo gente del posto e Zaza sono passati di qui.

Parto da Soazza di buon mattino, il sentiero verso l'Alpe di Crasteira scorre veloce nella luce dell'alba, poco da notare tranne la scura mole incombente del Pombi che precipita sul fondovalle. Un'oretta sono all'alpe, dove tutto è ancora silenzio; proseguo sul sentiero principale per una decina di minuti, poi in corrispondenza di un pianoro piego a sinistra sul sentierino che va a traversare il torrente al Punt de la Vachen (i ponticelli sono in realtà tre, su diversi rami del torrente). Qui finisce il percorso semplice, sono proprio sotto la grande parete che scende dalla Gagna del Pombi, quasi 900 metri di dislivello su di un terreno impervio.

Come dice bene Giuseppe Brenna, il sentierino che sale al Corn è dapprima ancora ben visibile nell'oscurità del bosco, che risale lungo un ripido costone; poi piega a destra in una specie di piano inclinato che consente di salire con regolarità verso il ri del Corn - il sentiero però si fa' poco evidente e ci sono molte false tracce. Quando cui si affaccia sul riale il sentiero riprende verso sinistra, poi sale ripidamente a zig zag raggiungendole le prime fasce di rocce. Tutto questo tratto richiede molta attenzione e intuito. Raggiungo il piede della grande parete che precede il baitino, a destra parte la traccia orizzontale che conduce al riale (è una delle vie di accesso al Fredolan), il sentiero invece sale verso sinistra entrando in un ripido canale (passaggio obbligato).

L'uscita al Corn è semplicemente fantastica: un prato letteralmente sospeso sul fondovalle, alte bionde erbe illuminate dal sole che appare dietro il Pizasc, poi la meraviglia del baitino perfettamente tenuto al di sotto di una grande parete. Anche solo salire quassù ripaga ampiamente dello sforzo. Dal baitino scelgo la via di sinistra, quella più logica: in effetti costeggiando la parete mi imbatto in una traccia evidente e in un segno sulla roccia che indica la buona direzione. Passo il canale da cui dice di salire Brenna e continuo sulla traccia molto evidente che si alza lungo una cengia verso sinistra. Più sopra nell'erba il sentiero è meno evidente: io sono salito un po' diritto, ma la traccia deve esserci tutta e aggirare le difficoltà sulla sinistra. Con meraviglia mi imbatto nei ruderi di una cascina sul pianoro che sovrasta il Corn: l'ambiente di questo tratto è fantastico, fra torri e pareti di roccia che si alternano a prati d'oro e al bosco. Verso valle, la vista sulla valle della Forcella è impressionante. All'uscita dell'ultimo salto il sentirono serpeggia nei pendii che precedono il piano di quota 2286, dove si converge nell'itinerario che viene dal Fep. Nel complesso il tratto sopra il Corn è meno difficile di quanto pensassi, se si tiene il sentierino la salita è abbastanza agevole e l'orientamento meno difficile della parte bassa.

Sono le 9 e 30 quando raggiungo i segni bianchi e blu della via normale, nello scenario severo della Gagna del Pombi: ancora 700 metri mi separano dalla cima! Il terreno è tutto sommato semplice, a tratti c'è anche un sentirono, ma la fatica comincia a farsi sentire. Ma mano che salgo il panorama si fa sempre più ampio, ecco sullo sfondo i ghiacciai del Bernina, e giù in basso la valle da cui provengo. La cima è una grande felicità, per la bellezza del posto, i panorami ma anche la soddisfazione di essere salito da un itinerario selvaggio che pochi hanno percorso.

Scendere... una parola, non c'è una via semplice sul versante ticinese e la cosiddetta "normale" del Fep mi porterebbe a Mesocco. La mia via di rientro invece porta al valico misterioso che si chiama Call del Foraat, poi al Fredolan e giù giù nella valle della Forcola in modo da chiudere l'anello. Per raggiungere il valico scelgo la via più semplice, in questa giornata ricca di complicazioni: seguo verso est la normale italiana, che scende verso il lago Croce, su sfasciumi e tracce di sentierino. Poi piego a destra verso il laghetto a quota 2580, passando appena sotto il buco misterioso del Passo Forato e risalgo rapidamente al Valico aggirando a sinistra il Fil del Fredolan (questo tratto è marcato in bianco e blu, come parte dell'itinerario che porta in Lughezzasca). Ambiente severo di montagna, fra grandi pietraie, laghetti e pareti di roccia.

Al passo saluto il Pombi e mi infilo ripidamente nel canale che scende direttamente al fondovalle del Fredolan: il percorso è molto diretto e, con l'erba perfettamente asciutta, non troppo difficile e, almeno qui, abbastanza rapido. Ma mi attende ancora il pezzo forte della discesa: la Valle del Fredolan è sospesa 800 metri sopra quella della Forcola e non c'è un percorso semplice per scendere. Io preferisco la variante di sinistra: al termine del Pianoro mi tengo piuttosto a sinistra (ci sono tracce di un sentierino), cercando un percorso logico fra saltini, alberi e rododendri. Raggiunto il pianoro inferiore si tratta di entrare a sinistra nel valloncello che scende (dove ci sono dei gruppi di piante), che si può percorrere fino in fondo dove scorre il Rio del Corn. Tutto questo tratto è assai impegnativo, su terreno ripido e scivoloso. E non è finita: raggiunto il vallone traverso su vaghe tracce il riale per entrare nel bosco: qui si tratta di scendere in diagonale verso destra per cercare di trovare il sentierino di salita e arrivare al fiume al ponte, traversando una serie di valloni. Complice la stanchezza l'esercizio non mi riesce troppo bene e alla fine... traverso il torrente su di un guado improvvisato.

Un'ultima saltella e alla fine compare qualcosa di tanto desiderato, una bella traccia, dei segni bianco e rossi e un fontanone per rinfrescarsi della calura. Una rapida (finalmente) discesa mi riporta all'auto.

E' un itinerario formidabile, che porta in un mondo misterioso regno di pochi e riserva scenari di grande suggestione - e soprattutto la commozione di salire al Corn. Le difficoltà sono più che altro dovute alla grande lunghezza, all'orientamento e al terreno spesso disagevole, anche se non ci sono passaggi veramente difficili.

Tourengänger: blepori


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Kommentare (5)


Kommentar hinzufügen

igor hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2016 um 19:30
Un giro very Wild ! Complimenti !

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2016 um 22:47
Omerico.......

gbal hat gesagt:
Gesendet am 30. August 2016 um 18:15
Da enciclopedia!

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 31. August 2016 um 00:28
Volevo salire il Pombi dal basso... ma mi sembra di capire che - per me che non conosco bene la sua geografia - sarebbe un bel casino. :)
Bravo Benedetto.

blepori hat gesagt: RE:
Gesendet am 31. August 2016 um 05:28
Diciamo che qualunque via per il Pombi dal lato svizzero richiede uno studio un po' attento del percorso (oltre che sobbarcarsi un bel dislivello), anche perché poi bisogna anche scendere. La più semplice è quella da Gümegna - Fep, che in parte è marcata. Ma con le dovute attenzioni si può fare. Benedetto


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