Due passi verso il cielo: la traversata della Cima di Gagela


Publiziert von blepori , 26. Juni 2016 um 17:55.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Misox
Tour Datum:26 Juni 2016
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Arbeola-Molera   CH-GR 
Zeitbedarf: 5:30
Aufstieg: 2300 m
Abstieg: 2300 m
Strecke:Mesocco - Soazza - Passo Ganan - Cima di Gagela - Bocchetta di Trescolmen - Mesocco
Zufahrt zum Ausgangspunkt:N13 del San bernardino, uscita Mesocco Sud (parcheggio proprio all'uscita dell'autostrada).
Kartennummer:C.N.S. No. 1274 – Mesocco

Dopo un sabato di visita alla piattaforma galleggiante, oggi torno su qualcosa di meno piatto, anzi consistentemente in salita. L'idea è di traversare la Cima de Gagela salendo dalla val Ganan e scendendo sul versante nord alla Bocchetta de Trescolmen. La grande incognita è quanta neve ci sarà e in quali condizioni, in questa primavera fresca e instabile.

Alle sette in punto sono al parcheggio all'uscita sud di Mesocco della N13. Sorpresa: il parcheggio è pieno, diversi giovani aspettano l'autopostale e dal castello vengono suoni di musica, sembra che ci sia stato un qualche tipo di evento musicale nella notte. Strano contrasto fra chi va a casa a dormire e il sottoscritto che si avvia per le montagne.

Alla fermata della posta seguo il cartello per Soazza, il sentiero sale leggermente e poi converge con il percorso che segue il sedime della vecchia ferrovia, in leggera discesa verso Soazza; lo faccio tutto di corsa, almeno questa volta alla fine della discesa l'auto sarà già al posto giusto. Una decina di minuti e sono alla partenza del sentiero dell'Alpe di Pindeira, che si trova poco dopo la galleria in corrispondenza di una netta curva a destra (appena prima del secondo torrente).

Il sentiero è ancora ben conservato, sale ripidamente con molte scale e svolte per circa 900 metri di dislivello, tutto nel bosco; dopo un'ora di salita a buon passo esco finalmente alla radura della bella Alp de Pindeira, dove mi dà il benvenuto un candido agnellino, un po' spaurito di vedermi arrivare quassù. Di lì il sentiero continua in leggera ascesa verso destra fino al guado del torrente; in lontananza comincio a sentire i richiami del pastore e mi imbatto in un bel gregge di pecore. Seguendo la traccia raggiungo il ponte marcato sulla CNS e appena dopo ecco il pastore: è uno svizzero-francese di nome Philippe, che mi dice è la prima stagione quassù all'Alpe. Difficile pensare una vita più isolata. La traccia continua in ripida salita sulla groppa boscosa fino ai ruderi del corte di sopra (q. 1853 sulla carta), mentre pian piano la vista si apre sulle bastionate rocciose che chiudono la valle: di qui sono ancora 1000 metri di dislivello fino in vetta!

Di qui le cose si fanno un po' più complicate (Brenna parla solo di resti di tracce): c'è in effetti una traccia che parte verso sinistra e in leggera salita guada il torrente: appena oltre, tutto scompare in un mare di rododentri che mi arrivano sopra le ginocchia. Mi districo in qualche modo salendo abbastanza direttamente, per fortuna appena cominciano le piante ricompare una ragionevole traccia (piuttosto sulla destra al limite del bosco). Verso i 2000 metri esco dal bosco sui prati di Ganan; stupenda vista su questa conca erbosa cosparsa di belle lastre di roccia, che rendono l'ascesa molto comoda. In alto appare la cima di Gagela, vedo parecchia neve, chissà come sarà?

Verso i 2200 metri raggiungo le ultime pecore salite quassù a godersi l'erbetta fresca; il percorso è logico, porta a superare una grande conca verso sinistra e poi si arrampica sullo schienone che precede il passo (c'è anche una traccia di passaggio). Più in alto l'ambiente si fa severo, la conca sotto il passo è ancora ripiena di neve; ci arrivo con una logica traversa ascendente da destra, cercando di toccare meno neve possibile.

Poco prima delle dieci raggiungo il passo: qui mi si para davanti uno scenario decisamente invernale, grandi campi di neve a perdita d'occhio e le cime avvolte nella nebbia. Per fortuna la neve è ottima, molle il giusto per camminare, ma non troppo. Per raggiungere la cima bisogna aggirare sul versante calanchino la prima parte di cresta (quella che culmina al punto 2716) con una traversa abbastanza ripida. Mi districo bene cercando di evitare i pendii più ripidi e in una mezz'ora raggiungo la conca appena sotto la cima, dove appena si intravvede un laghetto gelato! Straordinario il contrasto fra questo mondo appartato e invernale e il fondovalle dove è già quasi estate.

Un ultimo sforzo (la fatica ormai si fa sentire) e attacco la vetta: il pendio sommitale è quasi libero da neve, c'è anche una traccia di salita, ci sono però anche roccette e passaggini esposti. Eccomi finalmente in vetta, dove una croce di legno si erge sbilenca sull'abisso. Del panorama splendido vantato dal Brenna non si vede nulla, appena si intravvede in basso il lago di Trescolmente. Da tutti i lati la cima precipita in modo ripidissimo, col bel tempo dev'essere un verso balcone. Un camoscio salito dalla parete nord mi guarda e poi scappa rapidamente.

Con prudenza mi avvio lungo la cresta ovest (verso la Calanca); supero l'anticima e poi scendo verso una sella molto evidente (passaggi attorno al II e un po' esposti), dove parte il canale che conduce verso Trescolmen. Questa è la grande incognita della gita: se non è in condizioni potrei dovere far marcia indietro. Scendo prudentemente dalla sella, un sasso si muove e cade diritto sulla neve dove si ferma facendo un bel buco: sembra buona!

In effetti i miei calcoli si sono rivelati esatti: una settimana di isoterma a 4000 metri hanno smollato la superficie della neve che tiene molto bene. Scendo con prudenza, sono pur sempre circa 200 metri di dislivello a una pendenza attorno al 40%, poi nella parte inferiore accelerno progressivamente e, raggiunta la conca, mi metto a correre sulla neve verso la bocchetta di Trescolmen, facendo un grande arco proprio sotto la cresta nord della cima. Fantastica questa scivolata in ambiente alpino, certamente molto meglio di farsela tutta sulle ganne. Mi tengo il più a destra possibile e, finita la neve, seguo il crinale erboso che scende sulla bocchetta (l'ultimo risalto si aggira a sinistra dove c'è un sentierino).

Il resto non ha molta storia. Il sentiero che scende a Mesocco è bello e ben tenuto, prima scende lungo la valle, poi c'è una lunga traversa in piano fino all'Alp de Curtas, poi scende diretto sul paese (ho trovato raramente un sentiero così veloce e scorrevole). Sto per entrare a Mesocco quando comincia a tuonare, non per nulla una cima vicina al Trescolmen si chiama "alta burasca". E alle parole seguono i fatti: raggiungo l'auto sotto un bel aquazzone, dieci minuti di ritardo e mi sarei bagnato come un pulcino.

Alcuni commenti conclusivi: è una bella traversata, dal grande dislivello, che offre scenari molto alpini soprattutto dal Passo di Ganan in poi. La neve facilita molto gli spostamenti nella parte alta, altrimenti ci sarebbero chilometri e chilometri di ganne poco stabili: nelle condizioni che ho trovato io la discesa sui nevai era fantastica.Tuttavia bisogna essere molto attenti alle condizioni: in caso di rigelo la traversata dopo il Passo può essere complessa e il canale verso il Trescolmen molto problematico (con neve dura si passerebbe solo con i ramponi). Quindi a inizio estate è importante valutare bene le condizioni meteo e in particolare il livello dell'isoterma di zero gradi.

Tourengänger: blepori


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Kommentare (5)


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Poncione hat gesagt:
Gesendet am 27. Juni 2016 um 00:40
Che dire? Fantastico...

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 27. Juni 2016 um 17:30
Che dire? Ormai sei oltre.....

Adventurer hat gesagt:
Gesendet am 28. Juni 2016 um 13:11
Grande salita,complimenti!! :) volevo chiederti se sai qualcosa della cresta sud che parte dal pass di ganan ed arriva alla cima di q.2716,l'ho percorsa ieri ma non trovo nulla a riguardo e non so se effettivamente è una cima o magari la cima sud de gagela..

blepori hat gesagt:
Gesendet am 28. Juni 2016 um 15:13
Grazie, in realtà non è una vera e proprio cima, ma solo una punta sulla cresta prima della sella appena sotto la cima di Gagela, la vedi bene in una delle foto. La cresta com'è, sembra un po' complessa. Ciao Benedetto

Adventurer hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Juni 2016 um 22:26
la cresta è molto esposta e presenta qualche roccia instabile,ma si arrampica facile sul II+,io sono salito dalla val calanca ed a vista sembrava la via più meritevole.Ciao Francesco


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