Alpe Tavano - Valle dell'Arsa


Publiziert von atal , 13. Juni 2016 um 13:14. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:12 Juni 2016
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1400 m
Abstieg: 1400 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Superstrada del Sempione - uscita Rumianca.

L'Alpe Tavano è forse il più dimenticato tra gli alpi della Valle dell'Arsa: la carta IGM del 1914 è l'unica ad indicarne la posizione, a 1605 m sul versante Nord della lunga dorsale che si origina dalla Punta dell'Usciolo a separare la Valle dell'Arsa propriamente detta da quella del Rio della Porta. Sulla CNS degli anni '60 è ancora presente il toponimo ma gli edifici non sono rappresentati, nemmeno come ruderi, ad indicare che il luogo aveva perso di interesse già da molto tempo.

Annotazioni
Il sentiero storico percorso all'andata tra Agalit e Il Motto, molto bello per gli ambienti attraversati e privo di vere e proprie difficoltà, può rappresentare un'interessante alternativa al Sentiero Beltrami per raggiungere la valle del Rio della Porta partendo da Rumianca (anziché da Megolo).

Il vecchio sentiero percorso al ritorno come "scorciatoia" da Gravellona a Rumianca, per quanto non difficile, in salita non è un'opzione consigliabile perché è poco evidente ed, oltre che faticoso per la pendenza sostenuta, scomodo a causa del terreno a tratti sconnesso.

Andata
L'inizio di quest'escursione è a Rumianca, paese noto per avere dato il nome ad un'industria chimica nata per scopi bellici nel 1915, in particolare per la produzione di gas tossici, ed in seguito riconvertita a scopi civili.  

Con Ferruccio e   Schneeluchs inizio a salire lungo la stradina che da Piazza Repubblica d'Ossola, sale verso l'Alpe Pianezzo, nei pressi della vasca di accumulo della centrale Enel, la cui condotta forzata è visibile da molto lontano. Alla svolta successiva alle baite di Frasnè, abbandoniamo la strada e prendiamo un sentiero evidente che si stacca sulla sinistra e prosegue in direzione Sud, arrivando in breve alle baite ristrutturate di Agalit. Il sentiero traversa pochi metri sopra le baite in direzione Sud-Ovest, passa al di sopra di un rudere con il tetto crollato e, dopo un tratto su terreno franoso (cavo da elettricista...), giunge ad un bivio non segnalato. Proseguiamo seguendo la traccia più bassa e in breve entriamo in canalino incassato che si attraversa su un rustico ponticello di legno. Ci si abbassa quindi verso il guado del Rio Arsa, che si supera agevolmente dove un tempo c'era un ponte di pietra (circa 560 m). Il luogo è molto suggestivo per la presenza di una grande e profonda pozza di acqua smeraldina incastonata tra le rocce.

Sull'altro versante il sentiero prosegue evidente, segnalato anche da qualche bollo rosso di vernice. Si giunge quindi ad un rudere che la Carta Tecnica Regionale identifica come l'Arsa (toponimo che non trova riscontro su nessuna delle altre mappe consultate). Con una breve deviazione in piano sulla destra (W) si possono vedere altri ruderi, costruiti a ridosso di una giavina con massi di grandi dimensioni e completamente imboscati. Ripreso il sentiero, sempre molto evidente e privo di difficoltà, si traversa guadagnando progressivamente quota in direzione Sud fino ad arrivare ad affacciarsi su un ripido canalino. Qui il sentiero risale sulla sinistra idrografica con alcune svolte e quindi attraversa il canalino su pietrame instabile a circa 920 m di quota. Una cinquantina di metri più in alto passa il canale di gronda dell'Enel. Il sentiero, in questo tratto più esile rispetto al tratto precedente (ma comunque ben riconoscibile) prosegue quindi in direzione Sud fino alla grande radura dell'Alpe Il Motto (circa 2 ore da Rumianca), con le baite ancora utilizzate e sistemate.

Segnalo che, seguendo il sentiero che traversa in leggera discesa verso sinistra (SW), si arriva in breve sul Rio della Porta, nei pressi di una bellissima pozza, il luogo ideale per un momento di relax. Qui il guado è facilitato da due cavetti tesi tra una sponda e l'altra. Il passaggio è stato attrezzato perché questo è il principale accesso a Il Motto ed è il collegamento con il frequentato Sentiero Beltrami.

Dopo questa breve digressione, ritorniamo alle baite e prendiamo il sentiero (segnalato con bolli di vernice rossa) che traversa in leggera salita verso Ovest. Ben presto lo abbandoniamo cercando il sentiero per il Sasso Grande, segnato sulla CNS. Nel bosco si incontrano di tanto in tanto dei piccoli resti di muretti e dei tratti in cui sembra di riconoscere un residuo di calpestio, ma è un tipo di ambiente dove è difficile che sia rimasto qualcosa. Salendo verso la dorsale, superato un campo di mirtilli (non ancora pronti...) si risale nel bosco rado dove si stanno alzando le felci e si arriva così alle baite del Sasso Grande, all'ombra di un grande acero (circa 30' da Il Motto). La baita di destra reca una targa dei CAI di Piedimulera, segno che ha ancora una qualche forma di utilizzo, almeno in ambito escursionistico locale.

Andiamo alla ricerca del sentiero, segnato sulla IGM del 1914, che traversava in piano sul versante Nord verso Fontana dell'Albi. Inizialmente si percorre una traccia tra i mirtilli sul filo dell'ampia dorsale pianeggiante alle spalle delle baite, in modo da evitare di traversare su un tratto ripido. Si entra quindi nel bosco sul versante Nord in un punto dove si possono vedere dei vecchi tagli. Si nota anche il calpestio di un vecchio sentiero ma, proseguendo nel traverso, i tagli vengono meno e ci sono diverse tracce che traversano nella stessa direzione a quote leggermente diverse. In ogni caso, senza incontrare vere e proprie difficoltà, se non quelle dovute alla vegetazione esuberante, si giunge a Fontana dell'Albi, dove sventola un tricolore (circa 30' da Sasso Grande). 

Si prosegue il traverso in direzione Ovest, entrando nel vallone successivo senza salire di quota. Qui la traccia è ancora riconoscibile, nonostante sia soffocata dalla vegetazione. Usciti dal vallone, la traccia traversa salendo leggermente fino a portarsi in un successivo vallone dove, in alto a destra alla base di una roccia scura, si intuisce la presenza dei ruderi di Tavano. Risaliamo il vallone sulla destra idrografica, con percorso faticoso per l'intralcio costituito dalla vegetazione, a tratti molto fitta, e il terreno ripido, fino a guadagnare una spalla pianeggiante. Si percorre quindi un tratto di sentiero (l'unico chiaramente riconoscibile su questo versante...) che attraversa il canale. Con percorso libero si sale quindo ai ruderi dell'Alpe Tavano (circa 40' da da Fontana degli Albi), costruiti alla base di una parete sotto una dorsale secondaria rivolta in direzione Nord.

Difficile pensare cosa possa avere spinto a costruire delle baite su un versante come questo, visto anche che il canale sottostante è asciutto anche in una periodo umido come questo e che, a poca distanza da qui (vedi l'Alpe Negarei, dove passeremo al ritorno), ci sono zone molto più adatte al pascolo.

Tempo: circa 4:30 lorde / 3:40 nette

Ritorno
Dopo una breve pausa, scavalchiamo la dorsale che incombe sull'Alpe Tavano e, seguendo vaghe tracce in un ambiente comunque non difficile, ci portiamo sul sentiero principale che porta all'Alpe Pian Lago e in breve siamo all'Alpe Negarei (30' da Tavano). Da qui proseguiamo seguendo il sentiero ufficiale che attraversa il Rio Arsa e scende nel bosco fino all'Alpe Mazzucchero Inferiore (40' da Negarei), ancora utilizzato. Da qui si prosegue quindi camminando in piano sul canale di gronda dell'Enel. Il percorso passa alla base di una bella cascata e traversa lungamente sulla sinistra idrografica della valle dell'Arsa, regalando diversi scorci panoramici sui versanti attraversati all'andata e verso valle. Si giunge così nei pressi della vasca di accumulo (944 m, circa 30' da Mazzucchero), da cui scende la condotta forzata verso Rumianca. Qui si trova anche una palina con l'indicazione dei sentieri, ma sono state pensate unicamente per chi sale. Scendiamo quindi verso Est sull'unico sentiero evidente fino alle vicine baite di Pianezzo, precedute dai cartelli segnaletici che indicano i sentieri per Loro e per Rumianca. Per non ripetere il tratto di strada percorso all'andata, scendiamo a sinistra (N) verso Loro. Il sentiero attraversa la condotta forzata e scende con numerose svolte nel bosco arrivando alle baite di Gravellona (circa 15' da Pianezzo). Qui abbandoniamo il percorso ufficiale che scende a Loro e ci abbassiamo nel bosco sulla destra per cercare il vecchio sentiero, segnato sulla CNS, che scende direttamente a Rumianca. All'inizio si trovano degli ometti, poi - sotto un gruppo di ruderi - il percorso diviene poco chiaro. Siamo scesi nel ripido bosco, dapprima in direzione SE poi, giunti in prossimità della condotta forzata, abbiamo piegato a NE. Passati nei pressi di un rudere, abbiamo attraversato un canale sulla destra (E) intorno ai 400 metri di quota, trovando così una traccia che scende nel bosco fino ad arrivare all'inizio della stradina percorsa all'andata (meno di 40' da Gravellona).

Tempo: 3:10 lorde / 2:40 nette 

Tourengänger: Schneeluchs, atal


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Kommentare (2)


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tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 19. Juni 2016 um 20:19
Azz, me la ero persa!! Complimenti, bella ravanata.
roby

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Juni 2016 um 00:57
Grazie Roby, un bel posto la Valle dell'Arsa.
Andrea


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