Monte Salza e quasi Mongioia
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Le nuvole coprono la nostra visuale ma le previsioni davano bello, siamo quindi fiduciosi che prima o poi si apriranno. Dopo un breve portage e una risalita su neve già marciotta (le nuvole hanno fortemente compromesso il rigelo notturno), ci affacciamo sulla Piana dei Lupi con i suoi laghetti mezzi innevati.
Traversiamo alti per non passare sulla paludosa piana dopodichè imbocchiamo e risaliamo un canale, seguendo vecchie tracce di sci ma quando capiamo che non vanno verso la nostra meta viriamo tutto a destra per provare a recuperare il giusto itinerario verso il Col del Longet.
Siamo avvolti dalle nebbie, è difficile capire dove bisogna andare poi qualche spiraglio di sole ci permette di orientarci e capire almeno la direzione a grandi linee. Individuiamo una valletta che sembra percorribile ed iniziamo a risalirla senza difficoltà fin quando questa si apre su un ampio vallone, inoltre un'ampio sprazzo di azzurro nel cielo ci permette anche di vedere la nostra cima ... forse.
Quale sarà la direzione da seguire?
Avendo scelto la meta solo ieri sera in rifugio, non siamo riusciti a raccogliere tante informazioni e la cartina a disposizione non ci aiuta molto nell'individuare il giusto tracciato.
Proviamo tutto a sinistra, verso un evidente colle da cui potremmo avere un buona visuale ma arrivati al colle è chiaro che in su non si riesce ad andare.
Torniamo sui nostri passi e ci abbassiamo nel vallone che nasconde il pendio da risalire .... ok ... adesso ci siamo. Prendiamo finalmente un ritmo costante e iniziamo a salire su un ripido pendio di neve dura arrivando ad una sorta di cresta orizzontale che discende dal Mongioia.
Capiamo che non è sicuramente la via giusta per salire al Mongioia con gli sci ma mancano solo 100 metri e proviamo comunque a risalire la cresta a piedi anche se ampie zone di sfaciumi potrebbero crearci dei problemi. Ci muoviamo cauti in mezzi a mille sassi che si muovono, stando ben attenti al compagno poco sotto ed aggiriamo uno spigolo ... prova di qua ... prova di la ... non ci fidiamo di queste rocce rotte e instabili e quindi a solo 50 metri dalla vetta siamo costretti a rinunciare.
Tornati agli sci scendiamo il breve ma ripido pendio che ci porta sotto il Colle Salza, ripelliamo e iniziamo la salita al Monte Salza, lungo la dorsale che s'innalza dal colle. Mollo gli sci sotto un roccione e proseguo a piedi per l'ultimo semplice tratto fin quando in mezzo alle nebbie spunta la croce di vetta.
Non si vede nulla e Marcello mi sta aspettando sotto quindi l'arrivo in vetta è una "formalità" che sbrigo veloce e ritorno subito agli sci, poi al Colle Salza dove iniziamo la vera e propria discesa. Ritornati nel vallone, siamo costretti a ripellare per salire al colle da cui eravamo scesi al mattino e per evitare i traversi dell'andata cerchiamo una via alternativa per riprendere la nostra traccia nei pressi del Lago Blu.
Ci troviamo a scendere un paio di ripidi pendii che a quest'ora (sciisticamente parlando) non sono proprio il massimo della sicurezza ma li passiamo veloci e le piccole colate di neve che ci seguono sono molte lente e facilmente evitabili. Poi finalmente arriviamo sull'ultimo pendio ... uno dei più sciabili della giornata ... e poco dopo rimettiamo piede sull'erba.
Contenti di questa bella avventura in mezzo ai monti torniamo soddisfatti alla macchina, nonostante una cima mancata.
Traversiamo alti per non passare sulla paludosa piana dopodichè imbocchiamo e risaliamo un canale, seguendo vecchie tracce di sci ma quando capiamo che non vanno verso la nostra meta viriamo tutto a destra per provare a recuperare il giusto itinerario verso il Col del Longet.
Siamo avvolti dalle nebbie, è difficile capire dove bisogna andare poi qualche spiraglio di sole ci permette di orientarci e capire almeno la direzione a grandi linee. Individuiamo una valletta che sembra percorribile ed iniziamo a risalirla senza difficoltà fin quando questa si apre su un ampio vallone, inoltre un'ampio sprazzo di azzurro nel cielo ci permette anche di vedere la nostra cima ... forse.
Quale sarà la direzione da seguire?
Avendo scelto la meta solo ieri sera in rifugio, non siamo riusciti a raccogliere tante informazioni e la cartina a disposizione non ci aiuta molto nell'individuare il giusto tracciato.
Proviamo tutto a sinistra, verso un evidente colle da cui potremmo avere un buona visuale ma arrivati al colle è chiaro che in su non si riesce ad andare.
Torniamo sui nostri passi e ci abbassiamo nel vallone che nasconde il pendio da risalire .... ok ... adesso ci siamo. Prendiamo finalmente un ritmo costante e iniziamo a salire su un ripido pendio di neve dura arrivando ad una sorta di cresta orizzontale che discende dal Mongioia.
Capiamo che non è sicuramente la via giusta per salire al Mongioia con gli sci ma mancano solo 100 metri e proviamo comunque a risalire la cresta a piedi anche se ampie zone di sfaciumi potrebbero crearci dei problemi. Ci muoviamo cauti in mezzi a mille sassi che si muovono, stando ben attenti al compagno poco sotto ed aggiriamo uno spigolo ... prova di qua ... prova di la ... non ci fidiamo di queste rocce rotte e instabili e quindi a solo 50 metri dalla vetta siamo costretti a rinunciare.
Tornati agli sci scendiamo il breve ma ripido pendio che ci porta sotto il Colle Salza, ripelliamo e iniziamo la salita al Monte Salza, lungo la dorsale che s'innalza dal colle. Mollo gli sci sotto un roccione e proseguo a piedi per l'ultimo semplice tratto fin quando in mezzo alle nebbie spunta la croce di vetta.
Non si vede nulla e Marcello mi sta aspettando sotto quindi l'arrivo in vetta è una "formalità" che sbrigo veloce e ritorno subito agli sci, poi al Colle Salza dove iniziamo la vera e propria discesa. Ritornati nel vallone, siamo costretti a ripellare per salire al colle da cui eravamo scesi al mattino e per evitare i traversi dell'andata cerchiamo una via alternativa per riprendere la nostra traccia nei pressi del Lago Blu.
Ci troviamo a scendere un paio di ripidi pendii che a quest'ora (sciisticamente parlando) non sono proprio il massimo della sicurezza ma li passiamo veloci e le piccole colate di neve che ci seguono sono molte lente e facilmente evitabili. Poi finalmente arriviamo sull'ultimo pendio ... uno dei più sciabili della giornata ... e poco dopo rimettiamo piede sull'erba.
Contenti di questa bella avventura in mezzo ai monti torniamo soddisfatti alla macchina, nonostante una cima mancata.
Tourengänger:
Andrea!
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