"La confusione di Dio quando creò il toporagno" e altri racconti

L’assassino torna sempre sul luogo del delitto.

E non lo dico dall’alto della mia vasta esperienza poliziesca, fondata su 13 stagioni complete della Signora in Giallo che - e non lo dico per vantarmi - so praticamente a memoria.

No, amici cari. Dico tutto questo dal basso del giardino di casa mia dove, sorseggiando con calma il caffè e osservando con nostalgia la Madonna del Corno, ripenso alla mia prima relazione su questo portale di matti…

Ah, quanti ricordi!
Il mio primo report su Hikr.
Il mio primo enfisema polmonare.
Il mio primo Voltaren post camminata.
Il mio primo, maldestro tentativo di avvicinarmi al mondo del trekking (Ehi Mondo del trekking, fermo! Non scappare!!!).

Certo che sarebbe bello tornare lassù a distanza di un anno…

Certo che sarebbe molto più bello andare da qualche altra parte, pigrona bergamasca! E sarebbe altrettanto bello arrivare in orario all’aperitivo ad Iseo con la Manu…

Suvvia, Inconscio! Che sarà mai? Ho ben 4 ore per salire sul monticello, farmi qualche foto e tornare comodamente a casa per le 15.00, 15.30 al massimo!

In effetti, se non ti perdi e non ti fermi diecimila volte a farti i selfie da mettere su Instagram dovresti farc…

Evviva! Anche il mio inconscio è d’accordo con me! Allora sai una cosa? Altro che Madonna del Corno! Voglio arrivare fino al Monte Cognolo e al Corno del Creilì!

Monte cosa? Corno di che? Guarda che io non approvo proprio niente! E se poi ti perdi e non riesci a tornare in tempo?

Ma sì che ce la faccio! Al massimo porto lo smalto e mi sistemo la manicure in vetta, così recupero un po’ di tempo.

Sì daaaai! Quello rosso ciliegia però!!!

Yeah! Dammi il cinque Inconscio!

Giusto il tempo di riesumare i miei scarponi dal 41bis dell’armadio e mi metto in viaggio… sentendomi abbastanza a disagio nel camminare in pieno centro del paese con questo outfit così diverso dal solito.

Ma chissenefrega, tanto non incontrerò nessuno che mi conosc… OH, ciao mamma-figa-dell’asilo sempre-con-i-tacchi anche quando nevica! Si, dai. Tutto bene. E tu? No, non sto andando a fungh… no, nemmeno a castagn… no, nemmeno a nocciol… NO, CAZZO! STO ANDANDO A SOTTERRARE UN CADAVERE SUL MONTE, OK? No, dai. Non scappare! Scherzavo…

…certo che stiamo messe male a senso dell’umorismo, eh?
Zitto, Inconscio! Io non riesco a ridere con ‘sti cosi ai piedi!

Ma torniamo alla camminata, che è meglio…
Ok. Il primo step, insieme al primo stop, del mio trekking si verifica in prossimità della chiesa di San Bernardo… protettore dei cani giganti, delle gallerie e dell’acqua oligominerale.

Memore degli errori del passato, inizio a salire i ripidi tornanti asfaltati con calma, ignorando i polpacci che stano prendendo fuoco e concentrandomi sui sicuri benefici di questa escursione in vista della prova costume (Non vorrai mangiare yogurt magro fino a giugno, vero?)

Dopo dieci minuti che mi sembrano dieci anni - o dieci cd di Gigi D’Alesiso - il tratto al 16% finisce e mi ritrovo, ansimante e spettinata, al centro di uno spiazzo in cui capeggia un cartello con una freccia a destra e la curiosa scritta: Masso Erratico la Balota.

Un masso erratico? E che roba è?
Non lo so ma, mentre nella mia testa scatta l’associazione mentale “Erratico = Vagabondo = Che son io, Vagabondo che non sono altro”, decido che bisogna scoprirlo.
Così prendo la deviazione indicata e mi inoltro nel bosco.

Mentre procedo un passo alla volta il dubbio mi assale: e se non riconosco il mega sassòne? Riuscirò a distinguerlo in mezzo a tutto ‘sto ciarpame di pietre e massi di ogni genere?

…direi di sì, visto che all’improvviso mi trovo davanti un monolocale di roccia molto più grande (e decisamente più pulito) della mia 500!

Le foto non rendono l’idea, fidatevi. Credo che le sue dimensioni siano - metro cubo più, metro cubo meno – paragonabili al “chissenefrega” di Menek a proposito della vittoria del Leicester…

Tra un selfie e l’altro il tempo passa veloce e mi accorgo che – cazzo! – è già l’una e 20.
Ritorno in fretta sui miei passi, ma sbaglio qualche deviazione e mi ritrovo ai piedi del Castello di Provaglio d’Iseo e della chiesetta di San Rocco… protettore dei pornoistrioni, delle cliniche private e della tanica.

Commosso dai miei calzettoni antivipera, il guardiano del Castello si prodiga per darmi indicazioni dettagliate e mi rassicura: in meno di un’ora, avrò raggiunto la Croce del Creilì.
Con i dubbi che scompaiono come il grasso dopo una liposuzone,  mi rimetto in cammino baldanzosa come un Alpino al raduno annuale di Montepulciano.

In men che non si dica  raggiungo la Madonna del Corno – foto! – e, snobbando la Croce di Provaglio che tanto mi aveva fatto penare un anno fa, imbocco il sentiero 290 che prosegue verso l’alto.

Dopo aver superato un mega antennone - e dopo essermi tappata le orecchie (metti mai che mi spoilera il finale di stagione de Il Trono di Spade????) - intravedo il lago sulla mia sinistra e le Torbiere sulla destra… e mi fermo incantata ad ammirare il panorama: è davvero meraviglioso.
Il vento mi accarezza dolcemente i capelli e il sole riscalda la mia pelle: fissando il niente e il tutto capisco che questo è il luogo perfetto per svuotare la mente e abbandonare i brutti pensieri, rimpiazzandoli con i colori, i profumi e la pace che cerco di catturare respirando a pieni polmoni.
Nessuna lamentela per questo tipo di zavorra, promesso!

Riparto più felice e, dopo una salita che mette a dura prova la mia determinazione, finalmente arrivo ad una strana capanna verde e alla vetta del Monte Cognolo: Yeah!!!!
Foto di rito (woodoo, ovviamente, visti i miei capelli per aria) e mi rimetto in marcia...

...ehm. Sì, ok. Ma da che parte è la Croce di Iseo?
Non ci sono segnali nemmeno a pagarli e i soli sassi biancorossi che scorgo proseguono verso l’alto.

La testa inizia a farmi male ma si tratta della solita sindrome dell’arto fantasma: con un selfie scaccio la confusione e mi muovo verso il basso in direzione "Iseo" pensando che, alla peggio, arriverò dritta dritta dalla mia amica.

Per fortuna incrocio un ragazzo che mi riporta sulla retta via – metaforicamente e hikeramente parlando – dicendomi che sono fuori strada e dandomi l’indicazione che cercavo: devo tornare indietro e, al tendone, girare a destra!

Sono le tre e venti e sono già in ritardo ma, visto che manca tanto così dal raggiungimento della meta, mi concedo un altro quarto d’ora accademico per completare il giro.

Naturalmente non ho chiesto al ragazzo a quale tendone si riferisse e così, sbagliando strada per l'ennesima volta, mi ritrovo in un inquietante spiazzo dove una roulotte abbandonata che farebbe invidia a Wes Craven mi provoca più brividi di un film horror e di un sandalo con il calzino di spugna!

Veloce come mia nonna quando mi mette sul piatto il bis non richiesto di casoncelli, scappo via e torno al cartello che indica la vetta del Monte Cognolo, sedendomi sulla panchina a riflettere sul destino crudele che mi perseguita.

Torno a casa o cerco - a caso - la Croce?
Con la stessa confusione che deve avere avuto Dio quando ha creato il toporagno, cerco in terra e sugli alberi qualche punto di riferimento che mi permetta di trovare la via giusta… e rifletto che le righe bianche e rosse sono come le commesse di Intimissimi: quando ti servono non le trovi mai!

Guardo il telefono e scopro con orrore che sono le tre e quaranta. Sto per raccogliere le mie cose - tra cui il mio smalto, il mio orgoglio e la mia autostima – e tornarmene a casa… quando sento chiaramente un cane che abbaia.
Dove sei bello? Se c’è un cane, c’è sicuramente un padrone a cui chiedere informazioni.

Seguendo altri BAU BAU AUUU e individuando un invisibile segno colorato su un sasso, imbocco un sentiero che mi porta verso il basso e… verso la Croce del Creilì!

Ce l’ho fatta!
Eccola lì, mannaggia a lei!

Ed ecco il meraviglioso Lago d’Iseo, le meravigliose Torbiere, la meravgliosa Monte Isola, le meravigliose birre dei due tizi che stanno brindando al sole… e i meno meravigliosi pannelli bianchi del ponte di Christo che, visti da quassù, mi sembrano delle cacche di gabbiano che galleggiano sull’acqua.

Zitta, provinciale che non sei altro!
Non lo sai che si chiama Flooooating Pierrrrs?
E non lo sai che non si dice più “Lago d’Iseo”?! Adesso si chiama “Aiiisiiioooo Leiiiiiik”, ignorante!

…
…
…

Ah si?
...
...
...
Ma VaffaFuck You a te, al tuo Floating Piiiirs di sta cippa e al tuo LakeIseo del cavolo!!!!

THE (al limone) END

P.S: arrivata a casa alle quattro e venti.

P.P.S.: arrivata all’appuntamento iseano con la Manu e con le birre artigianali di IseoDiPinta alle cinque e dieci… tiè!