Nel silenzio assoluto del Monte Carena. Alta via del Caffaro.
|
||||||||||||||||||||||||||
E venne il giorno del riposo…
Bah, mi son detto, dopo due uscite di tutto rispetto perché non ritornare a più miti consigli facendo un giretto il più rilassante possibile?
Ecco allora che ho scovato questo giro che si inoltra per le Alte vie del Caffaro, alle porte del Parco dell’Adamello, un’escursione priva di difficoltà tecniche che oggi fanno al caso mio.
Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio davanti a alla Chiesa, si segue la strada che porta alla vicina Casa di Riposo, poi, come da segnaletica, si prende la strada asfaltata ( chiusa al traffico) che in ripida pendenza porta alle numerose cascine e baite proprio sopra l’abitato di Bagolino. Cai 408- Sentiero G. Antonioli.
Per una buona mezz’oretta si cammina su questa stradina che diventa poi una sterrata, si arriva ad un punto dove la sterrata è sbarrata da una catena, e da qua, si piega a destra per il bel sentiero che porta ad una bella baita soprastante; sul mio waypoint l’ho chiamata la Baita del barometro.
Ora si entra nel bel bosco fatto di Abeti e Faggi, camminando su un sentiero dove le roccette affioranti vengono mimetizzate dal fitto fogliame, e con numerosi tornanti si guadagna quota abbastanza velocemente visto la pendenza sempre sostenuta.
Stando sempre attenti alla fitta bollatura, il sentiero si snoda in un bellissimo ambiente dove la roccia e la vegetazione si fondono in maniera meravigliosa, un sentiero quasi gradinato che lambisce diverse sorgenti, per poi sbucare nella zona delle Baite di Fontana. Un bell’alpeggio di stampo “trentino” incredibilmente cosparso da fioriture di Crocus…
Sfruttando l’assenza degli alberi, se si alza la testa noterete già la Croce, che è posta a N/O rispetto alle baite. La traccia adesso entra nei prati e si sale ripidamente il versante erboso dove non manca la segnaletica (paletti) , ed una volta catapultati in in cresta, si giunge facilmente alla Croce di Monte Carena dove la vista a 360° è veramente meravigliosa! Non sto qua nemmeno a far la lista di ciò che si vede, andateci… 2h30.
Ora che le nuvole hanno coperto un po’ il Sole la temperatura si è abbassata notevolmente, allora mi rifocillo abbastanza velocemente per poi ripartire in direzione Punta Telegrafo ( visibile a N.). Qua orientarsi è molto facile perché si naviga a vista (se non ci sono nuvole), e io come da palina segnaletica, mi sono buttato sul sentiero Cai 410 che mi porterà in poco tempo al Bivacco Crescimbeni e alla vicina Santella dell’Arciprete.
Volendo da qua, seguendo la bella cresta erbosa, secondo me in 0,45 si giunge alla Punta Telegrafo, ma io oggi non voglio esagerare e vado per altri lidi… più vicini.
Dopo aver consultato l’inaffidabile Kompass, decido di scendere per il pendio erboso sino ai sottostanti ruderi della Malga di Vallelusso Alto, da qua, senza allungare ulteriormente il giro, ho seguito una traccia di sentiero (oggi parzialmente innevato), che in mezzacosta mi ha riportato sul sentiero 408 proprio sopra le Baite Fontana. Ora ritornare all’auto è un gioco da ragazzi… That’s all folks!
Nota 1): Bellissimo giro alle porte del Parco dell’Adamello, in un ambiente straordinario e ben tenuto che può incontrare i gusti di tanti escursionisti; il sentiero è abbastanza ripido sin quasi alla Croce, ma è completamente privo di difficoltà tecniche, fatta menzione però che si è in montagna e nulla va sottovalutato. In generale questo è un bel T2, il T3 l’ho messo solo perché ho percorso delle tracce di sentiero (o addirittura mancante) tra la Santella e i ruderi di Vallelusa, e da qua sino alle soprastanti Baite di Fontana. Ma è comunque tutto molto facile.
Nota 2): Cose a caso & Chi se ne frega.
Chi se ne frega: Salvini da il via al tour elettorale per il sindaco di Milano.
Chi se ne frega: nel quartiere di Lambrate c’è il Salone del Mobile.
Arese: aperto un centro commerciale là dove c’era l’Alfa Romeo. E CHISSENEFREGA!!!!!
Nota 3): Giro in solitaria… e allora Solo! By, Eric
SOLO.
Su quella bella cima io ci salgo al volo,
cantando e fischiettando al suon dell’Usignolo,
più avanti vedo gente, ma è solo un boscaiolo.
Solo,
le gambe più non vanno, ci vuol dell’etanolo,
o in bella alternativa, del magico Nebbiolo,
son grezzo come pochi, son proprio campagnolo.
Solo,
tra rocce levigate io vedo un bel bocciolo,
è un fiore molto strano e viene dal Tirolo,
lo tocco e lo ritocco e adesso c’ho il vaiolo.
Maneggio il “cetriolo” di Klotz il bombarolo, e in fondo mi domando: chi cazzo è mai sto Solo?
A la prochaine! Menek und Olmo
Kommentare (19)