Monte Bo di Valsesia (2071)


Publiziert von morgan , 25. März 2016 um 18:33.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:20 März 2016
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 1100 m
Abstieg: 1100 m
Strecke:Rassa (917)- Alpe sulle Piane (1224)- Alpe Selvaccia (1550)- Monte Bo (2071)- ritorno stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Prendere l'autostrada A26, uscire a Romagnano Sesia e seguire la statale della Val Sesia. Dopo Piode svoltare a sinistra verso Rassa. Proseguire fino alla fine della strada

Escursione con le ciaspole con ascensione del Monte Bo dal versante della Val Sorba, angusta valle laterale sul versante orografico destro dell'ampia Valsesia. La Val Sorba è chiamata anche "Valle dei Tremendi", appellativo degli abitanti del luogo che testimonia il forte carattere di chi vive in ambienti aspri e duri. Il capoluogo è Rassa, piccolo borgo senza sole d'inverno, situato sulla confluenza dei torrenti Sorba e Gronda che scendono dalle rispettive valli.
Organizzata dal CAI di Laveno la gita è condotta da Roberto e vede la presenza di 17 escursionisti. In realtà l'uscita CAI in calendario era l'ascensione alla Punta Giordani sul Monte Rosa ma, vista la nevicata infrasettimanale e conseguente rischio valanghe marcato, abbiamo optato per un'alternativa più tranquilla. La scelta è caduta sul Monte Bo di Valsesia, cima dai dolci pendii, esente da rischio valanghe.
Lasciate le macchine a Rassa (917) nel posteggio lungo il fiume iniziamo il cammino. Dopo poche decine di metri calziamo le ciaspole poiché inizia il sentiero che sale deciso sul versante nord della montagna. La pista è battuta per cui si procede senza grosse difficoltà. Superato il bivio col sentiero per l'Alpe Sorbella, procediamo nel bosco su terreno ripido e su percorso che segue fedelmente il sentiero estivo. Passiamo dall'Alpe sulle Piane (1224) e proseguiamo la dura salita. Non ci sono pericoli oggettivi, né possibilità di sbagliare sentiero per cui lasciamo che il gruppo si sfilacci. Ognuno sale col proprio passo e, di conseguenza, si formano vari gruppetti. Usciamo dal bosco sui pascoli dell'Alpe Selvaccia (1550) dove sostiamo presso una baita per ricompattare il gruppo. Atteso l'arrivo di tutti riprendiamo la marcia. Da qui in avanti siamo in campo aperto e seguiamo il tracciato degli scialpinisti che ci hanno preceduto. Ci sono 50 cm di neve fresca e battere una via nuova sarebbe una fatica improba. Come capita sempre in questi casi è il primo che passa che disegna il tracciato, tutti gli altri lo seguono. Le tracce salgono zigzagando sul pendio su dolci pendenze. Dopo gli scialpinisti non era passato ancora nessuno con le ciaspole quindi Gianmarco, la nostra avanguardia, ci batte la pista. Il tracciato raggiunge la costa nord del monte e la segue. Raggiunta un'anticima con un pannello ripetitore proseguiamo sulla costa che guadagna la tondeggiante cima del Monte Bo di Valsesia (2071) segnata dalla statua di una madonna col bambino. La vista è superba, dalle cime del Monte Rosa a quelle dell'arco alpino e le valli. Alla spicciolata tutti arrivano in cima e, insieme, mangiamo in un clima di serena allegria. Dopo il brindisi e le foto di rito decidiamo il da farsi. Avevamo in mente di fare un anello scendendo dal versante opposto verso l'Alpe Sorbella e da lì proseguire verso il fondo della Val Sorba che ci avrebbe riportato a Rassa. Il percorso non è battuto all'inizio ma non sappiamo neanche se più avanti lo è per cui abbandoniamo l'idea e decidiamo di tornare sui nostri passi. Qualcuno, diligentemente, segue il solco della traccia di salita. Altri lasciano la traccia per scendere liberi sulla neve immacolata.

Qui comincia il divertimento! Come bimbi richiamati dai giochi del luna park andiamo alla ricerca di nuovi percorsi sul pendio intonso dove galleggiare per poi sprofondare e ruzzolare nella neve. La fatica è doppia ma anche lo spasso. E' bello vedere come affermati professionisti, rispettati professori, seriosi architetti e donne in carriera si lascino andare liberando il fanciullo che hanno dentro di sé. La riscoperta del senso di stupore in ognuno di noi come il bimbo che si meraviglia alla vista di un uccellino che vola o di un fiore trovato sulla via porta a divertirsi con le cose più semplici. Liberarsi dal bagaglio di conoscenze e esperienze proprie dell'uomo adulto consente un maggior apprezzamento di ciò che ci circonda. Scorrazziamo in largo e lungo su tutto il pendio finché è il momento di rientrare. Come richiamati dai genitori per la cena lasciamo il nostro personale luna park per rientrare sul monotono sentiero ma, prima... un ultimo giro di giostra!

Il resto è cronaca. Tornati alle baite dell'Alpe Selvaccia, riprendiamo il sentiero nel bosco. Attesi i ritardatari in difficoltà con l'allacciamento delle ciaspole scendiamo a gruppetti sparsi a Rassa concludendo la gita.
La sosta per la birra in compagnia è la degna chiusura della nostra passeggiata.
Partecipanti 17: Roberto C. (capogita), Gianmarco, Fabione, Dario, Maurizio, Bern, Daria, Cinzia, Raffaella, Emilia, Roberto G., Fabio, Mauro, Paolo, Stefano, Nicola.
Tempi di percorrenza: salita 2h50' (20'sosta), sosta in vetta 1h5', discesa 2h40' (30'sosta). Totale 6h40' (1h55' soste).
Lunghezza del percorso: 9,0km
Meteo: bello, limpido, passaggi nuvolosi

Tourengänger: morgan
Communities: Hikr in italiano


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