Pizzo Meriggio m.2348 (SO): gran giornata ben meritata...anche gran faticata!


Publiziert von Alberto , 1. März 2016 um 14:31. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:21 Februar 2016
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Zeitbedarf: 4:15
Aufstieg: 1400 m
Strecke:quota 977 - Campelli /chiesa (P) m.1250 km. 2,300 - salire il pratone (o seguire la forestale che è più lunga) fino a monte delle ultime baite incrociando la forestale - proseguire prendendo a salire la ex pista di discesa dove a quota 1600 circa si ricomincia a ripercorrere la forestale (possibili tagli) fino alla quota 2000 circa dove a destra scende all'alpe Meriggio km. 5,890 - si prosegue diritto nel bosco,sbucando sulla dorsale a destra della baita Piada - poi si scende al bivio dove vi è la strada per Alpe Meriggio/Piada km. 7,080 - salire per un largo canale - poi per cresta fino alla croce,poi tramite cresta al palo con indicata la cima 2348 km. 8,600 solo andata (per informazioni inerente alla strada se è percorribile: Agriturismo "Il Sorbo" località Campelli m.1350 e-mail: sorbo2009@virgilio.it tel. 339.664.22.33 Stefano Galli è colui che pulisce la strada per accedere alla struttura,da quel che ho saputo sono aperti tutto l'anno)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano - S.S. 36 - Lecco - Colico - Morbegno - tangenziale di Sondrio - uscita via Vanoni - prendere per Albosaggia - giunti ad Albosaggia centro (bivio con segnaletica per Campelli / San Salvatore e piazzetta con cassonetti per la raccolta rifiuti) prendere a sinistra: ATTENZIONE, cartello con divieto di transito da NOVEMBRE ad APRILE.....ma passano tutti. Si parcheggia dove si riesce ad arrivare!
Unterkunftmöglichkeiten:Agriturismo "Il Sorbo" località Campelli m.1350 e-mail: sorbo2009@virgilio.it tel. 339.664.22.33 Stefano Galli
Kartennummer:carta Kompass 1:50.000 Bernina/Sondrio – carta escursionistica 1: 30.000 alpi Orobie tav. n° 3

vista da Alberto: Andrea mi avvisa che gli piacerebbe salire il pizzo Meriggio,cima che ho fatto conoscere a vari amici dopo che l'ho fatta in solitaria e visionata in precedenza in estate: è una zona che ben conosco perché in periodo di ferie estive vi andavo a fare alcune escursioni,anche se devo visionare alcuni tracciati a me sconosciuti,ma se avrò tempo e salute provvederò. Considerando le tempistiche sia a piedi che in auto,la possibilità di parcheggiare l'auto e la moltitudine di sci alpinisti che affollano questa stupenda cima che regala panorami di grande fascino,consiglio una partenza mattiniera e senza problemi Andrea stabilisce un ritrovo al Bione per le 5,30. Penso che a questo orario nessun altro si aggregherà ma,caso unico (al momento),anche Rita e Giovanni ci saranno: questo è un evento dato che solitamente la partenza è 1 ora dopo. Siamo in 5,quindi a causa delle piccole auto e la mercanzia a seguito,si va con 2 auto: ecco,forse qui avrei dovuto chiedere informazioni per quanto riguarda l'equipaggiamento invernale delle auto,vale a dire se avevano anche le catene e se gli autisti siano in grado di destreggiarsi nel caso di ghiaccio (molto probabile) e neve dato che la strada non è pulita con la calata o la fresa. Però,si presume che in montagna si vada con il presupposto che si debba affrontare anche delle strade innevate e che le sorprese possono sempre venir fuori,quindi bisogna anche riuscire ad evitare di inguaiarsi. Circa 8 anni fa con la Fiat UNO,senza gomme da neve ma incatenata,il sottoscritto in compagnia di un amico abbiamo raggiunto Campelli nonostante l'abbondante neve che copriva il manto stradale (un buon 20 cm. di neve pressata) e in quel periodo la neve era molto più abbondante dell'odierna giornata.

Comunque,dopo qualche minuto di sosta per fare benzina e colazione eccoci sulla strada per Campelli: quando cominciano a vedersi le 2 strisce di asfalto,consiglio di usare solo la prima e di essere decisi sull'acceleratore,ma a breve,rallentando di troppo l'andatura,finiamo in "slittamento" e di consuetudine al blocco dell'auto. Spuntano le catene (bene,allora si può proseguire,penso) mentre Giovanni non le aveva,ma arrivano una delle 2 paia che aveva Roberto le quali non erano proprio la misura adeguata ma per portare al punto di sosta andavano bene. Sembra tutto a posto ma nonostante le catene,sia Roberto che Andrea non si fidavano di proseguire in auto quindi,dopo aver perso una buona mezz'ora,ci tocca fare una bella sgambata di 2,300 km. in più per arrivare a Campelli: non è un problema,al momento,ma lo potrebbe diventare lungo il tragitto,anche perché si va ad aggiungere un dislivello ulteriore e il rischio di dover rinunciare per stanchezza è sempre in agguato. E' anche vero che altri sono partiti prima di raggiungere tale località,però era gente che tarellava con sci ai piedi. Giunti a Campelli,mostro la cima che sembra vicina ma è assai lontana: cominciamo a ciaspolarci e risalire i ripidi prati innevati,notando le decine di sci alpinisti e dopo un po anche un gruppo di ciaspolatori che raggiungiamo e superiamo,i quali erano partiti da Campelli. Non che noi andavamo veloci (diciamo che l'unico a tenere un passo decisamente forte era Roberto) ma erano loro che facevano più soste per attendere i più tranquilli del gruppo: ho notato che seguivano la strada forestale,al che si allunga un po il tragitto,mentre io cercavo le belle scorciatoie ben battute. Poi ci ritroviamo alla quota 1982,punto di sosta esposto al sole dopo 5,890 km.

Giunti al bivio con la strada che sale dall'alpe Meriggio alla Piada,dove vi perveniamo dopo 7,080 km. Andrea cominciava a soffrire (io pure),fisicamente ne stava risentendo,una giornata non proprio di quelle in forma ma come è capitato in altra occasione,è riuscito a raggiungere la croce (non la cima che è poco avanti e che merita per la sua panoramicità) dopo 8,600 km. di cammino. Classiche foto di rito ma il Bradipo propone per l'appunto di proseguire fino al cucuzzolo dove ora vi è la segnaletica che ne indica la cima,dalla quale si vede bene il lago di Venina e il Campaggio (questo percorso in inverno è sconsigliato,mentre è un altro e per chi pensa di volerlo fare,gli consiglio di provare per prima cosa a salirlo senza neve) ma solo in 3 vi giungiamo,mentre Andrea e Roberto a causa del venticello han preferito scendere subito per sostare dove tirava meno aria nonostante la temperatura elevata per la stagione. Scendiamo pure noi e poco sotto la croce ecco arrivare il gruppo di ciapolatori di Lentate che si godono la spettacolarità del luogo che consiglio a chi non lo ha ancora visitato. Bene,anche oggi chi ha scelto la levataccia,ha potuto apprezzare la lunga ciaspolata che ha regalato a noi tutti una meravigliosa giornata completamente assolata,ringrazio gli amici che han saputo portare pazienza a causa del mio lento passo (infatti non sono arrivato tra i primi 3) e si è pure appurato che Rita se la cava benissimo con i dislivelli e km. su neve: è un dato di fatto,complimenti! Inoltre voglio ricordare che un paio di catene nel bagagliaio non pesano,ma pesano ben altre situazioni che potrebbero vanificare la giusta "levataccia".


 

Ciao a tutti e alla prossima...con neve...con sole o senza!


Tourengänger: Alberto, gonzo


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