Traversata... no cime si quote... dal Pizzo Ciapè al Passo Fornalino
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In attesa del doppio rientro “CG” tra i ranghi alpestri da parte della… “Neo-nonna”… Edy e della convalescente Ale continuo con la mia personale ed imperterrita battuta… non fa ridere… Antronesca, dirigendomi questa volta a scoprire cosa si cela oltre il Ciapè … o Ciapet?
Già in due precedenti occasioni ho messo i piedi… no sci… su questa panoramica vetta notandone la severa bellezza delle sue creste che, con interessanti vie d’arrampicata, si tra la Bassa Val Loranco e la laterale… semisconosciuta… Val Brevettola di Montescheno… frequentata solo il giorno dell’Autani.
L’instancabile Aldo Bonacossa, storico alpinista-scalatore locale, citato dalle Guide Cai come apritore di gran parte degl’itinerari alpini della zona Ossolana… all’epoca bisognava accontentarsi di quel che c’era nei dintorni…, in entrambe le occasioni, con il compagno Giovanni Ratti, nel 50 e nel 56, completò per l’intero sviluppo prima la Cresta NNO (pass III 3h) poi la Cresta NNE (AD+ 7h) le cui ripetizioni, specialmente della seconda, penso si potranno contare giusto su una mano…
…troppo sbattimento portarsi all’attacco per fare un misero 2400 con tutto questo ben di dio d’Alta Quota che ci circonda…
Così, prendendo nuovamente spunto dalla guida Cai, provo ad avventurarmi su questo intreccio di creste cercando però di scovarne i punti deboli… “sun da par mì”… con l’intenzione di collegare il Pizzo Ciapè al Passo del Fornalino passando su alcune punte solo quotate…bisogna fare anche loro… restando il più possibile lungo il filo.
Alpe Campo ore 8,15:Con il vecchio e dismesso sentiero per l’Alpe Cama, mi alzo restando a Sx del Rio del Cantonaccio traversando poi verso Dx oltre gli smottamenti ritrovando il percorso classico alla base della spalla erbosa (quota 2239) che risalgo integralmente collegandomi così alla Cresta SO del Pizzo Ciapè.
Ben accolto da alcune caprette… interessate più che altro al profumato contenuto del mio zaino… mi accingo a prepararmi per la parte alpinistica… molto facile (F) sino al Ciapè.
Pizzo Ciapè ore 11:Fin qui nulla di che… ma ora viene il bello… o il brutto!
Raggiunta la cresta spartiacque, dopo aver aggirato il muretto verticale… così fece anche Bonacossa…, comincio la traversata puntando il pilastro quota 2391 che, al contrario del Ciapè, corrisponde al centrale nodo di congiunzione delle creste.
Qualche passetto esposto… sotto c’è un gran bel salto… ma con numerose solide prese… con calma e sanguefreddo… e in breve sono alla slanciata anticima... e qua ci sono.
Ora dovrei continuare per la cresta NNO che dall’alto “sembrerebbe” anche fattibile, ma l’attrazione del monolito con croce della cresta NNE ha la meglio per cui mi volgo in quella direzione e, evitando a N i due difficili massi centrali, mi porto al suo attacco… se c’è la croce vuol dire che si può anche salire.
Una ripida cengia taglia verso destra il salto verticale poi alcuni gradini… sembrano fatti apposta… e la quota 2377… con tanto di croce e libro vetta… è belle che fatta.
Quota 2377 ore 12:Una salita nel 2014 e, con questa, due nel 2015… non è di certo molto frequentata mettendo inoltre in conto che dal 1992, Anno di posa, ad oggi si ripetono annualmente un paio di assidui habitué restringendone così ancor di più il cerchio… comunque sono arrivati anche fin quassù con l’Autani.
Una volta tornato alla base riprendo la traversata spostandomi sul fianco N alla depressione 2284 riportandomi sulla cresta che conduce al Passo del Fornalino.
Vista frontalmente sembra una docile dorsale erbosa ma in realtà, dietro ai dossi, si nascondono frastagliati tratti di cresta tutt’altro che banali… che fare? prendere o lasciare?
Gli appigli ci sono… prese forti e nervi saldi… e passo anche questo ostico tratto superando poi il facile dosso che separa dal Passo del Fornetto (mt 2263), valico di collegamento tra la Val Loranco (Cheggio-Alpe Campo) e la Val Brevettola (Montescheno).
Continuo lungo la dorsale, ora un facile crinale erboso, passando su di un paio di morbide quote prima di giungere alla maggiore (mt 2451), nonché l’ultimo effettivo ostacolo al varco del Fornalino.
Si potrebbe anche aggirare, ma vista da una sola parte non ne pare il caso…
Una severa ma fragile cresta rocciosa obbliga invece ad una discesa molto accorta… soprattutto per la qualità delle prese… aggrappandosi il più leggermente possibile… ma di qui ci passano anche camosci e stambecchi.
Qualche passaggio al rallenty… e anche questa è andata… il Fornalino è in arrivo.
Passo del Fornalino ore 14,20:Ci sono due ragazzi… non so da quanto tempo sui monti non incontro più nessuno…, c’è il cartello e il sentiero ben segnalato… ora posso godermi un po’ di relax e poi scendere tranquillo a valle… senza alcun escamotage.
Alpe Campo ore 15,45:Davvero una bella avventura… anche le piccole montagne sanno farsi rispettare… e anche questa è andata!
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