Föpia, parete sud-ovest (via della Barozza)


Publiziert von blepori , 13. Dezember 2015 um 18:34.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:13 Dezember 2015
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Cima di Gagnone   Gruppo Poncione Rosso   Gruppo Cima di Gana Bianca 
Zeitbedarf: 1 Tage 6:00
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m
Strecke:Lavertezzo - Ravöira - Föpia - Cremenzee - Agro - Lavertezzo
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Lavertezzo, parcheggio all'uscita del paese
Kartennummer:1292, 1293

Chi dice che andare in montagna è pericoloso? E' andare alle conferenze sulle montagne che lo è, come mostra questa relazione. Pochi giorni fà presentazione del "testamento spirituale" di Giuseppe Brenna: un bel libro, riflessioni profonde sull'estetica, ma soprattutto tante foto di montagne, e delle sue montagne, la Föpia e il Poncione d'Alnasca. Pareti vertiginose tagliate da grandi cenge (i Medee) dove i vecchi salivano a falciare il fieno.

Ne esco stregato: sulla guida delle Alpi Ticinesi la Föpia da Lavertezzo era indicata con passaggi di IV, troppo per i miei mezzi. Ma ora anche Brenna è diventato saggio e cerca dei passaggi alla portata di noi umani: nella parte alta invece di salire diritto, c'è una cengia che permette di evitare le maggiori difficoltà. Anche Zaza è passato da lì e conferma il giudizio. Con questa meteo fantastica non mi lascio certo sfuggire l'occasione.

Così prima delle otto sono già a Lavertezzo: Lüzi è impegnato in un corso di prevenzione delle valanghe (ottimo lavoro direi!), quindi sono solo di fronte alla montagna. Seguo il bel sentiero bianco e rosso per Revöira, fantastico gruppo di cascine il cui sistema di raccolta acqua fa' onore agli alpigiani di un tempo. Appena partito vedo un cartello "Poncione d'Alnasca 6h 35'", per la via lunga della Val d'Agro ovviamente!

In basso fa' freddo, accelero il passo, supero Revöira e, lasciato a sinistra il sentiero che scende a Motto; continuo sul sentiero, ancora ben conservato, che sale alla cascina di quota 1245, che è ancora tenuta. Qui mi trovo di fronte a una specie di selva di rovi, piante e sassi; salgo cercando la via più logica e obliquando verso destra (meglio cercare di restare nel bosco dove si passa meglio). Una traccia c'è ancora e riappare magicamente ai piedi della grande parere: il sentierino entra su una cengia esposta che permette, verso destra, di superare il grande canalone senza scendere in basso.

All'uscita della cengia si scende pochi metri nel canale e si sale a destra sul costone; il sentierino è qui ben visibile e sale diritto verso un passaggio obbligato che, con facile arrampicata a sinistra, permette di superare la prima di fascia di roccia e raggiungere il prato soprastante. Qui si è ormai in parete, sovrastati dalla grande placcata della Föpia: il fieno alto illuminato dal sole si colora d'oro in uno scenario fantastico.

Nel prato, il sentierino dei camosci è abbastanza visibile e sale a risvolti fra facili placche; lasciata la traccia che parte in piano a sinistra, si sale in modo logico quasi in verticale verso il grande canalone della Barozza, la via più semplice di accesso alla parte superiore della parete. Sopra le grandi pareti vedo il passaggio obbligato che porta in cresta, visto da qui non sembra troppo complicato.

In breve entro nel canale: l'ambente è fantastico, la traccia sale fra grandi lastre di roccia e dei pinnacoli a sinistra; la salita non è difficile anche se un po' faticosa; il terreno è asciuttissimo (con l'erba umida sarebbe tutta un'altra storia...). Raggiungo in breve la parte altra del canale, mancano solo 300 metri alla cima, ma sono i più complicati. Non è necessario salire alla sella 1855, poco sotto si può traversare in diagonale e con un passaggio esposto su placca entrare direttamente nel medee grande, il più grande prato della parte alta della parete.

Il posto è vertiginoso: con attenzione seguo la traccia che costeggia la parete, gira attorno a uno sperone e scende leggermente per entrare nel canale che porta in cresta. Di qui il passaggio sembra molto impervio: si vede benissimo il grande larice in altro dove inizia la cengia che porta all'uscita.

In realtà, quando ci arrivo mi rendo conto che il posto è meno esposto di quanto sembra, si sale nell'erba e su facili placche (ci sono delle tacche scavate dagli alpigiani!). Superato l'inizio della cengia del pas d'Agnel decido di salire molto a destra sullo sperone verso il larice: questo mi regala un po' di arrampicata appeso...ai rododendri - il passaggio è certamente più semplice verso il centro dell'escavazione (dove c'è una traccia).

Raggiungo il larice, letteralmente appeso alla montagna; la cengia parte verso destra praticamente in piano, un po' esposta ma non veramente difficile. Il sentierino è qui molto evidente: alla fine della cengia comincia a salire sempre verso destra, poi gira di nuovo verso sinistra; ci sono facili passaggi su roccia (nessuno supera il II). Qui appare la cima, ormai vicina: è fatta!

Esco in breve sulla cresta Sud-Ovest, dove si apre un panorama fantastico sulla Val d'Agro; la cresta è semplice, c'è un vero e proprio sentierino che mi porta rapidamente in cima. Il panorama è incomparabile in tutte le direzioni: a sud il lago di Vogorno e le prealpi avvolte della foschia, proprio di fronte la straordinaria lavagna del Poncione d'Alnasca. E fà un bel caldino, in questo pazzo mese di dicembre. A picco sotto i miei piedi Lavertezzo e Revöira: ha dell'incredibile che si possa salire in modo tutto sommato semplice in questa verticalità.

Dopo la pausa mi avvio sulla cresta della Föpia; appena possibile, prima dell'arrivo del canale di Rozzera, comincio a traversare verso il corte di Mezzo di Cremenzé, dove parte il sentiero diretto per Agro. Le baite stanno morendo e il sentiero non è facilissimo da trovare: è importante seguirlo attentamente perché appena sotto il corte il terreno si fa difficile. Transito da Corte di Fondo e seguo questo bel sentiero che a risvolti scende a valle in ambiente sempre più selvaggio; quasi in fondo attraversa un vallone (con tanta acqua o ghiaccio non si passerebbe!) e segue in piano una formidabile cengia obbligata per uscire appena sopra Agro (questo tratto è tutt'altro che evidente ed è anche esposto).

Raggiunta Agro, dove ormai tutte le baite sono chiuse, allungo il passo sul sentiero marcato per Lavertezzo; là sopra, sempre più lontano, le pareti selvagge dalla Föpia. Di qui, quasi non riesco a credere di esserci salito.

Qualche nota conclusiva e consiglio. E' un itinerario stupendo e commovente; ci si muove in posti selvaggi e verticali, fra le tracce dei coraggiosi alpigiani di un tempo. Anche se i passaggi su roccia non sono mai difficili, il percorso è spesso esposto e non bisogna sottovalutare le traverse sull'erba, dove è facile scivolare. E' indispensabile seguire attentamente la traccia (che è praticamente obbligata) ed è un'escursione da affrontare solo con terreno asciutto. Posto per montanari d'altri tempi.

Tourengänger: blepori


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Kommentare (5)


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Andrea! hat gesagt:
Gesendet am 13. Dezember 2015 um 18:45
Wow ... complimenti ... una chicca più unica che rara!
A.

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 13. Dezember 2015 um 18:46
Fantastico e travolgente.
Bravissimo tu a seguire l'ispirazione cogliendo l'attimo.
Peccato per le poche foto....
Daniele

ciolly hat gesagt:
Gesendet am 14. Dezember 2015 um 23:17
Bella via, ottima scelta!
Adriano

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 16. Dezember 2015 um 00:01
Quel "tutto sommato semplice" rende l'idea della semplicità con cui affronti questi itinerari da alpigiani d'un tempo...
Senza parole.

Ciao

blepori hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Dezember 2015 um 06:34
In realtà è proprio un tributo a questi alpigiani, quando vedi il posto sembra ci voglia l'elicottero per salire, poi la traccia sfrutta astutamente i punti deboli della montagna, onore a chi ha trovato l'unico passaggio possibile in questa parete
Benedetto


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