E' raro ch' io torni a casa a notte fonda, ma questa sera non volevo mancare lo stupendo, intenso documentario di Mario Casella e Fulvo Mariani "Le vie della seta", proposto dal CAS-Locarno al Palacongressi di Muralto.
Se siete interessati, la Televisione Svizzera Italiana lo metterà in onda martedì prossimo 21 maggio su La 2 alle 21.05.
Non sono solo belle immagini: ci sono storie umane, animali, vere, spesso difficili, talvolta cruenti, ma anche talvolta commoventi, allegre, fiabesche.
Si vede quanto l' Uomo possa essere violento, crudele, ingiusto.
Quanto possa per lucro distruggere gemme terrestri.
Quanto le guerre di religione possano portare ad azioni di pazzia.
Ma anche quanto la semplicità di una corsa a 3000 mila metri su rudimentali sci di legno; quanto l' ardire di una ragazzina che, al prezzo della propria vita, a viso scoperto, vorrebbe coi suoi dipinti offrire un mondo più giusto alle donne, a tutti, affamata di una Libertà di cui noialtri godiamo; quanto avere un tetto, il fuoco, del cibo e dell' acqua, una scuola, siano doni senza prezzo; quanto la miracolosa bellezza di quelle terre lontane sia una grazia, fosse pure solo attraverso una cinepresa; quanto la spiritualità sia da custodire preziosamente in ogni cuore; quanto l' Amore sia bello...
Torno a notte fonda, ed ecco che la vita vera mi fa incontrare una volpe (magari il "mio" volpino che sfacciato ruba le briciole che lascio a due pettirossi, miei abituali graziosi visitatori) che scappa davanti ai miei fari con una lepre nelle fauci (magari il leprotto già avvistato appena sotto il paese di Costa), poi un capriolo bambino che, ancora maldestro sulle gambette mi guarda arrivare sorpreso, poi un tasso tracagnotto che scappa veloce veloce.
La vita vera, ma non cruenta, perché così vuole la Natura.
Scendo dall' auto e sposto la lepre già ben addentata, testolina lacerata, sul lato della strada. Ma so che magari la volpe tornerà a continuare il suo pasto. E questo è giusto.
Pure l' uomo uccide.
Pure i suoi simili uccide. Non è giusto, e le religioni lo vietano.
Sento l' odore del sangue, della pelle, delle ossa della lepre sulle mie mani; lo percepisco, prepotente, disgustoso, nell' abitacolo dell' auto.
Continuo ad annusare le mie mani.
L' odore mi perseguita sino in cascina, mi lavo subito le mani.
"Out, damn' ed spot!
out, I say!"
Penso alla lady Macbeth di Shakespeare.
"Una macchia è qui tuttora!"
Penso alla lady Macbeth di Giuseppe Verdi.
Sento la voce della Callas che canta quest' aria sino a impazzire.
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