Il ponte Vittorio Emanuele era il fiore all’occhiello della nuova strada commerciale fra Bellinzona e Coira, che collegava la Lombardia e il Piemonte ai centri commerciali della Germania.
Progettista ed esecutore dell’opera fu Giulio Pocobelli, impresario e consigliere di Stato ticinese, assistito, per volere del Governo grigionese, da Riccardo La Nicca. I lavori per la costruzione della grande strada iniziarono nel 1818 e furono portati a termine nel 1823. Questi furono finanziati dai diretti interessati: dal Cantone e dai Comuni dei Grigioni, da una società per azioni e dal re di Sardegna.
Giulio Pocobelli scelse per il tracciato della strada il pendio destro della Moesa che attraversò dove la valle si restringe, con il gran ponte che dedicò al re di Sardegna Vittorio Emanuele.
A causa della troppa fretta, della poca precisione nell’esecuzione di alcuni lavori e della scarsa stabilità della roccia su cui era appoggiata la spalla sinistra del ponte, già alla fine dei lavori si notavano dei segni di cedimento (spaccature) che causarono, nel 1869, il crollo del ponte. Già nel 1864 fu aperto al traffico un nuovo tracciato sulla sponda sinistra della Moesa e il tratto di strada con la galleria e il ponte Vittorio Emanuele fu abbandonato
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