Proseguo lungo la mulattiera cosparsa di foglie di castagno.
Al tornante posto a 850 m di quota osservo il sentiero che, in direzione ovest, conduce alle Croci d’Occo: qui un tempo giustiziavano le streghe di Somazzo, Salorino e Castel San Pietro. Le donne che venivano accusate di aver avuto complotti con il diavolo oppure di aver propiziato grandinate con conseguente distruzione del raccolto, venivano messe al rogo. Nella migliore delle ipotesi, la pena veniva ridotta al “meno atroce” taglio della testa.
Possiamo ritenere il capitolo relativo ai processi di stregoneria, come il più grande errore giudiziario che sia mai stato commesso, poiché durò all’incirca mille anni.
Quali ne furono le cause? Si ipotizza che, almeno nei casi in cui le pretese streghe erano tanto numerose da far pensare ad un’epidemia, che le poverette avessero mangiato pane fatto con farina contaminata dalla segale cornuta, una malattia crittogamica comune nella segale. I principi tossici della segale cornuta, in particolare l’ergotina e la cornutina, hanno un potente effetto narcotizzante e paralizzante e agiscono sovente anche sulla mente del colpito, tanto da farlo apparire impazzito.
 
 

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