Ecco che giungiamo all' attacco della famosa VIA DEI GEKI al Bric Camulà
Questa bella ed aerea via è da tanto che mi intriga e prima o poi... :-)

INFO:

La "Via dei Geki", lungo l’omonima cresta, è stata salita per la prima volta da A. Parodi, A. Francavilla, F. Di Luca e U. Pretelli del gruppo "Geki" di Arenzano il 6 aprile 2007: è una via un po’ discontinua, come tutte quelle della zona, ma non manca di una certa eleganza e di qualche passo impegnativo ed esposto.
Nella parte alta si va ad unire alla Cresta dei Guaranì, sovrapponendovisi negli ultimi tiri fino alla Anticima Sud-Est.

PUNTO DI PARTENZA:
Da Arenzano (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si svolta a destra verso Cogoleto: poco prima del paese si svolta ancora a destra e si risale la breve Val Lerone fino al piccolo paesino di Lerca (109 m, 4 km da Arenzano). Superato il paese, si prosegue su di una stradina molto stretta, con ampie vedute sulla costa ligure, fino alla piccola cappelletta di Sant'Anna di Lerca. Poco oltre, lasciato a sinistra un nuovo complesso residenziale asservito al vicino campo da golf, si lascia l'auto in un piccolo parcheggio nel bosco (tabelle segnaletiche).



AVVICINAMENTO:
Si segue ancora per brevissimo tratto la carrozzabile, per seguire però quasi subito sulla destra un sentiero (segnavia ●, 〓 e A) che inizia ad inerpicarsi ripidamente nel fitto bosco.
Dopo una lunga diagonale, il sentiero spiana un poco, mentre compie un ampio traverso a mezzacosta.
A questo punto si trascura a sinistra la mulattiera (segnavia ● e A) della "Via Diretta al Monte Rama" (vedi anche itinerario "Via Mediterranea") e si prosegue in salita moderata (segnavia 〓) fino ad immettersi nel vallone del Rio di Lerca, racchiuso tra i contrafforti del Monte Rama (a sinistra) e del Monte Argentèa (a destra).
Con diversi saliscendi, il sentiero segue qui il tracciato dell'acquedotto comunale, tagliando di frequente morene e ripidissimi canaloni, dove imponenti muri a secco sorreggono il tracciato.
Giunti in corrispondenza di una biforcazione del sentiero, presso un piccolo rio spesso asciutto che scende da sinistra, si abbandona la mulattiera (vedi anche itinerari Via Zunino, Variante Inferiore della Via Zunino e Via dell'Acqua): su un masso a sinistra c'è la scritta bianca "VIA DEI GEKI" e una freccia.
Si sale brevemente lungo il piccolo rio, poi si devia a sinistra e ci si porta sul filo di un ripidissimo costone alberato, che si risale con fatica fino all'inizio di una vasta pietraia.
Si risale direttamente la pietraia, per massi e detriti (ometti, frecce bianche) fino all'inizio della Cresta dei Geki: trascurando le indicazioni a destra per la Cresta dei Guaranì, si prosegue dritti lungo un canale di massi ed erba, lasciando a destra un caratteristico pinnacolo a forma di fungo, fino ai piedi di una placchetta dove si trova l’attacco della via (scritta bianca, 550 m circa, h 1,15 da Sant'Anna).



DESCRIZIONE DELLA VIA:
Si possono contare 15 tiri di corda (di cui qualcuno effettuabile in conserva, in particolare gli ultimi due):

1 - Si aggira la placchetta iniziale e ci si porta sotto un breve diedrino, che si risale con bella arrampicata (III°+) fin sul filo dello sperone.
Si prosegue sul lato nord per una cengia ascendente (III°), quindi si riguadagna il filo dello spigolo, che si risale per una placchetta più verticale (III°+) fino ad un terrazzino con chiodo di sosta;

2 – Si attacca il diedro nero sulla destra, prima sul fondo, poi dopo qualche metro uscendo sulla placca di sinistra (chiodo, IV°).
Si prosegue più facilmente lungo la placca, uscendo di nuovo sul filo (III°) e raggiungendo un nuovo terrazzino con spuntoni di sosta;

3 - Si prosegue lungo il filo dello sperone, ora piuttosto articolato e con passi non obbligati (II°/II°+) fino alla base di un basso gendarme (sosta su spuntoni);

4 - Si attacca la paretina del gendarme lungo un breve fessura (III°+) e si esce sulla cima.
Si prosegue per una breve crestina orizzontale fino alla base di un secondo gendarme, liscio e strapiombante: si attacca a destra, per poi traversare tutto a sinistra (V° esposto, 2 chiodi) uscendo su una placca leggermente più facile. Si scala la placca (IV°+) fino alla cima del gendarme, da dove si scende brevemente (passo di III°) alla successiva forcelletta con alberello;

5 - Si continua per la cresta, articolata e più facile (II°, qualche passo di III°) fino ad un terrazzino alla base di una parete solcata da un diedro sulla destra (spuntoni);

6 – Si sale il diedro per un paio di metri (III°+), quindi si traversa a sinistra (IV°+), portandosi su una placca articolata che si sale fino alla base di un muro verticale (III°).
Si sale a destra sul filo di spigolo, che si risale (III°) fino alla cima del torrione (sosta su spuntoni);

7 - Si prosegue lungo la cresta, qui molto facile (I°/I°+) per circa una cinquantina di metri fino ad un terrazzino di massi alla base di un canalino erboso a destra;

8 - Si risale il canalino (II°) fino alla base di una paretina di 4 metri leggermente strapiombante, che si supera direttamente (V° sostenuto, 1 chiodo, volendo evitare il passaggio si può risalire la placca a destra con difficoltà di III°) fino ad un terrazzino con spuntoni di sosta, dove si incontra la "Cresta dei Guaranì";

9 - Si sale a sinistra per bella placca fino ad un chiodo poi, trascurando l'evidente strapiombo superiore (superabile con un passo di V°+), si traversa molto espostamente a sinistra (IV+ delicato) fino ad aggirare lo spigolo. Seguendo più facilmente la crestina articolata (III°) si esce sulla sommità del torrione, presso grossi massi (spuntoni);

10 - Lungo la breve cresta orizzontale si arriva all'attacco del bel torrione successivo: si sale lungo una specie di vaga rampa sul lato destro della parete (IV°, 1 chiodo), poi si traversa a sinistra (delicato, lama) per entrare in una svasatura impegnativa (IV°+) che si risale fino alla crestina articolata che porta, verso destra, sotto l'ultimo strapiombetto (III°).
Si supera direttamente l'ultimo breve strapiombo (V°-, 1 chiodo, ottime maniglie) e si esce sulla sommità dell'aereo torrione;

11 - Si segue la cresta successiva (II°), quasi orizzontale ma molto esposta, fino alla base di un piccolo gendarme strapiombante; si aggira il gendarme a sinistra e si attacca poi una breve placchetta fessurata delimitata da una quinta a sinistra (III°) fino ad incontrare il "Crestone di Sinistra" (sosta su alberelli);

12 - Si seguono evidenti frecce bianche per facili roccette (I°/II°) fino alla base di un muretto verticale: si scala il muretto (III°) e si esce sul filo del "Crestone di Sinistra", dove oramai questo è discontinuo;

13 - Si sale lungo il filo del crestone, costituito da massi e roccette, con divertenti passaggi (I°/II°) fino alla base di una placca fessurata di una decina di metri: la si scala nel suo centro (III°+) oppure si supera un bel diedro pochi metri a destra (IV°+ e V° da attrezzare) fino ad uscire presso una lama rocciosa dove termina la via.

14-15 - Salendo per erba, roccette e detriti (qualche passo di I°) si giunge in 5 minuti sulla vetta dell'Anticima Sud-Est del Bric Camulà. Volgendo a destra, lungo una traccia per una ripida cresta di erba e pini (a metà circa un passo su roccette di I°) si raggiunge in 10 minuti la vetta del Bric Camulà (818 m, doppia croce e libro di vetta, h 4,30 circa dall'attacco).

DISCESA:
si segue una traccia sul versante ovest che scende per erba, pietraie e boschetti fino al sentiero della "Via diretta al Monte Rama" (segnavia ●, h 0,15 dalla vetta); di qui verso sinistra fino a Sant'Anna di Lerca (h 1,00).

N.B.: volendo evitare di salire sulla vetta del Bric Camulà, dall’Anticima Sud Est si può scendere direttamente verso sud ovest per ripido pendio di erba e sassi (diversi ometti) fino ad intercettare la ben visibile mulattiera della "Via diretta al Monte Rama", e di qui a Sant’Anna di Lerca: in questo modo calcolare circa h 0,30 in meno.

TEMPO TOTALE:
h 6,30 - 7,00

DISLIVELLO:
250 mt. circa (400 mt. lo sviluppo)

DIFFICOLTA’:
D discontinuo (qualche passo di V°)

MATERIALE UTILE:
corda da 60 m, 5/6 rinvii, casco, cordini, qualche nut e friend: via in gran parte attrezzata a chiodi e spit

PERIODO CONSIGLIATO:
dall'autunno alla primavera

COMMENTI:
Bella via, un po' discontinua ma molto interessante per lunghezza e varietà dei passaggi.
La qualità della roccia è buona, e questo rende la via ancora più divertente. I chiodi presenti sono pochi, ma tutti dove servono.
I passaggi più impegnativi sono a mio parere quelli del 4°, 8° e 10° tiro: soprattutto il muretto strapiombante dell’8° tiro è secondo me il passaggio più difficile (in ogni caso aggirabile).
Una via da vedere in ottica di allenamento per vie di montagna, propedeutica alla progressione in assenza degli spit.
Consigliata vivamente!
 
 

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